Sono 115 gli ultras romanisti che sono stati identificati dalle forze dell’ordine in relazione agli scontri che si sono verificati ieri con alcuni tifosi del Napoli nell’Autostrada de Sole. Uno il tifoso arrestato, attualmente si trova ricoverato nell’ospedale di Arezzo per una ferita d’arma da taglio ed è accusato di rissa aggravata. Si presenterà davanti al giudce per la convalida dell’arresto.

Gli agenti hanno anche individuato gli 80 tifosi del Napoli diretti verso Genova per vedere la partita della loro squadra contro la Sampdoria. Quattro di loro sono stati fermati dalla polizia stradale nella giornata di ieri per aver violato un posto di blocco a Genova. All’interno dell’automobile sono state trovate alcune spranghe di ferro.

«C’è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene. Non c’è cosa peggiore che definire tifosi quest'ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l'erba un fascio», ha detto il ministro dello Sport Andrea Abodi.

La vicenda

Continuano ad emergere dettagli sulla dinamica dei fatti. Già nella giornata di domenica 8 gennaio, la polizia aveva anticipato che i tifosi del Napoli – presenti dentro la stazione di servizio di Badia al Pino est – avevano lanciato una serie di oggetti contro le auto dei tifosi romanisti che passavano per andare verso Milano a vedere la partita contro i campioni d’Italia in carica.

Secondo una prima ricostruzione gli ultras della Roma erano a conoscenza della presenza dei napoletani e dopo il lancio di oggetti si sono fermati in autostrada e scesi dalle loro auto. In pochi minuti sono stati lanciati fumogeni e torce, mentre centinaia di tifosi, molti dei quali con spranghe in mano si sono menati fuori e all’interno dell’area di servizio.

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