Mondo Convenienza ha lanciato una nuova esperienza per i clienti, promossa e pubblicizzata anche da noti influencer. Il colosso dei mobili consente a tutti gratuitamente di esplorare il mondo alla rovescia: «Scoprirai stanze sorprendenti che sfidano la legge di gravità. I nostri prodotti come non li hai mai visti!», si legge nella promozione. Quando il cliente esce dal mondo capovolto dovrebbe scoprire anche cosa si nasconde dietro quel modello produttivo: turni massacranti, assenza di macchinari meccanici, stipendi da fame e lavoro affidato a terzi, tramite l’utilizzo di cooperative. Le proteste dei lavoratori dei vari centri di distribuzione proseguono, Domani ha già raccontato rivendicazioni e denunce pubbliche di questi operai, ma la prolungata vertenza trova una sponda anche giudiziaria, dove i vertici di una coop e la manager di mondo convenienza sono a processo. Dalle carte che abbiamo letto emerge il sistema che da anni gli operai denunciano, l’udienza preliminare ci sarà il prossimo 26 settembre e il giudice del tribunale di Bologna dovrà decidere se mandare a processo gli imputati. 

I vertici

A processo c’è Mara Cozzolino, presidente del consiglio d’amministrazione della holding Mondo Convenienza, nel suo passato c’è una sentenza patteggiata per furto, fatti contestati che risalgono al 1994, con il beneficio della non menzione. Era inizialmente indagato, ma non figura tra gli imputati, invece, Giancarlo Stefanoni, amministratore di Iris mobili, una srl legata al gigante della convenienza, che è stato condannato per lesioni personali colpose, nel 2013, e ricevuto un decreto penale di condanna per attività di gestione dei rifiuti non autorizzata con il beneficio della non menzione. A processo c’è il responsabile  di una sede di una coop legata al colosso dei mobili, si chiama Andrea Bernardi, nel suo passato c’è una sentenza di patteggiamento per due contestazioni, violazione dell’obbligo di fermarsi in caso di incidente con danno alle persone, violazione dell’obbligo di prestare soccorso alle persone ferite in caso di incidente. Cozzolino è difesa dallo studio legale Sarrocco-Bongiorno, quest’ultima è la presidente della commissione giustizia e senatrice leghista. Ma oltre il passato c’è il presente, perché i vertici della convenienza e delle coop, in tutto cinque persone, rischiano il processo?

Le accuse

Le contestazioni sono sovrapponibili ai contenuti delle proteste ancora in corso contro il colosso dei mobili. Il procedimento penale è iniziato con la denuncia dei trasportatori e facchini che ufficialmente erano soci di una cooperativa collegata alla società senza ricoprire alcun ruolo partecipativo e che quando rispondevano ai clienti dovevano dire: «Buongiorno, siamo i trasportatori di mondo convenienza». Gli anni di riferimento sono il 2017-2018 e i fatti sono accaduti a Bologna dove i lavoratori protestavano. Ferie non pagate, turni massacranti, retribuzioni ribassate, nelle denunce si trova anche il riferimento a prelievi ematici «necessari all’attestazione d’idoneità lavorativa, effettuati sistematicamente in locali interni all’azienda, non idonei sia dal punto di vista igienico che strutturale». Proteste che erano state sospese dopo aver ricevuto diverse rassicurazioni da parte dei vertici, alle prime denunce presentate per ottenere la retribuzione adeguata iniziavano, però, i primi licenziamenti per motivi disciplinari che ha spinto i lavoratori a denunciare. 

L’articolo del codice penale contestato è il 603 bis che punisce l’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Cozzolino adottava «un’organizzazione del lavoro che, per contrarre costi e tempi nelle forniture ai clienti faceva sistematico e consapevole ricorso, nella gestione delle attività di distribuzione, consegna e montaggio dei prodotti pressi la clientela, ai lavoratori forniti dalle società cooperative (Decor e Bird) costituite e organizzate dagli altri coimputati al solo scopo di reclutare e impiegare manodopera», si legge nell’atto dell’accusa della procura, firmato dalla magistrata Gabriella Tavano. Tutti gli imputati in concorso avrebbero sfruttato i lavoratori con pagamenti diversi dai contratti collettivi, con la sistematica violazione dell’orario di lavoro, della sicurezza ed igiene del lavoro, «con la sottoesposizione continua dei lavoratori dipendenti a metodi degradanti e umilianti di controllo a distanza al fine di costringerli, con la minaccia dell’irrogazione di penalità, alla consegna di tutti i colli affidati entro la giornata, anche al di fuori dell’orario ordinario di servizio», si legge nell’atto. Gli altri imputati sono Emanuele Firicano, già amministratore di Bird, difeso dall’avvocato Luca Spaltro; Beniamin Iacab e Davide Jorge Quesada, responsabili di alcune cooperative, quest’ultimo difeso dall’avvocato Domenico Morace. 

Lo stesso copione

Le contestazioni mosse agli imputati, tutte ancora da dimostrare, sono al centro anche delle nuove proteste dei lavoratori di diversi stabilimenti del gigante dell’arredamento, a partire da Campo Bisenzio, proteste che vanno avanti da 110 giorni, ma che secondo i sindacati di base e gli operai ancora in lotta non hanno prodotto alcun risultato. «Restano le paghe da 6,80 euro lordi l'ora. Resta il meccanismo infernale dell'indennità di trasferta su base mensile. Restano i 25 licenziamenti. Niente marcatempo per misurare e retribuire le ore effettive di lavoro. Niente contratto nazionale della Logistica», recita una nota del sindacato Cobas di Firenze. 

«Mondo Convenienza confida che la decisione di disapplicare il regolamento aziendale da parte delle società appaltatrici e la piena applicazione dal primo ottobre del contratto multiservizi costituiscano dei passi concreti nel percorso di dialogo in corso tra RL2 (la cooperativa) e i suoi dipendenti in sciopero nel deposito di Campi Bisenzio», fa sapere l’azienda che segnala anche l’apertura di un tavolo con i sindacati, ma niente risponde sull’indagine penale. Abbiamo così rivolto alcune domande anche all’avvocata senatrice Giulia Bongiorno che difende la manager imputata. Rinuncerà all’incarico? Cosa pensa del salario minimo che da tempo chiedono i facchini in protesta? Pensa che ci sia necessità di aggravare le pene per chi sfrutta i lavoratori? Ha proposte in merito? Domande rimaste senza risposta.

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