Oltre ai post su Instagram in cui enumera i dossier su cui è al lavoro per risolvere i problemi della Calabria, il presidente della regione Roberto Occhiuto dovrà pensare anche a un’altra grana. È quella che riguarda lui direttamente, indagato per corruzione, e il suo fedelissimo, il manager Paolo Posteraro, oggi capo segreteria – a 90mila euro annui – di Matilde Siracusano, sottosegretaria del governo Meloni nonché compagna del forzista.

Posteraro, figlio di Francesco, a lungo vice segretario generale della Camera, è indagato in concorso dalla procura di Catanzaro guidata da Salvatore Curcio. L’ipotesi accusatoria è quella di corruzione. Venerdì scorso, in base a quanto apprende Domani, gli uomini della Guardia di Finanza gli avrebbero notificato un decreto di perquisizione. Perché? Quali le evidenze trovate?

Gli affari di Occhiuto

Da quello che emerge, l’inchiesta della procura catanzarese – col fascicolo in mano al pubblico ministero Domenico Assumma – sarebbe partita anche da alcuni articoli pubblicati su questo giornale, riguardanti gli affari tra Posteraro e l’ormai suo ex socio: proprio Roberto Occhiuto, la cui posizione oggi fa trapelare forte agitazione. C’è di fatto uno strano clima nei corridoi della cittadella regionale.

Il presidente nega, contattato da questo giornale, perquisizioni domiciliari a suo carico, ma successivamente, preferisce dire, attraverso una storia su Instagram, di aver ricevuto un avviso di garanzia. Insieme a Occhiuto, tra gli iscritti nel registro degli indagati (ce ne sarebbero cinque) risulta un’altra conoscenza del governatore calabrese: si tratta di Ernesto Ferraro, altro uomo vicinissimo al governatore, oggi vertice di Ferrovie della Calabria, l’azienda di trasporto pubblico di proprietà della regione. Anche in Ferrovie della Calabria, di cui è stato consulente Posteraro almeno fino a dicembre 2024, ci sarebbero state delle perquisizioni.

Quali, dunque, i legami tra Paolo Posteraro, Ernesto Ferraro e Roberto Occhiuto? È quello su cui starebbero indagando gli organi inquirenti.

All’interrogativo, in parte, aveva risposto questo giornale, quando raccontò che proprio sugli affari del governatore si accesero i riflettori dell’antiriciclaggio di Bankitalia: l’allora deputato e candidato alla guida della regione incassò un bonifico di 21mila euro nello stesso mese del 2020 in cui la sua società dell’epoca “Fondazione patrimonio artistico retail”, di cui Posteraro è tuttora amministratore delegato, beneficiava della garanzia del medio credito centrale (controllato da Invitalia) per ottenere prestiti dalle banche per oltre 350mila euro sfruttando il decreto liquidità Covid.

La movimentazione era, secondo l’autorità antiriciclaggio, sospetta: anche perché Posteraro, all’epoca, ricopriva un ruolo di amministratore di aziende pubbliche del comune amministrato dal fratello di Occhiuto, Mario, oggi senatore di Forza Italia.

Il manager guidava infatti Amaco, oggi in crac e per il cui fallimento, dichiarato nel 2023, Posteraro è pure indagato in un’altra inchiesta della procura della città bruzia.

Bonifici e prestiti bancari sospetti, pertanto, finiti sotto la lente degli investigatori che ne avrebbero seguito le tracce. Dove li hanno condotti? Una domanda a cui gli investigatori vorrebbero dare presto una risposta. Intanto è certo che il legame tra Posteraro e Occhiuto, nonostante quest’ultimo non ricopra più cariche nelle società del primo, non si sia interrotto.

Non solo la “promozione” in Ferrovie della Calabria del manager (insieme a quella di Ferraro che pure lavorava in Amaco) dopo il crac della società locale. C’è anche dell’altro: Posteraro è sì, capo segretaria della sottosegretaria Matilde Siracusano, ma è anche il liquidatore della Gusti del sole srl, società del figlio di Mario Occhiuto, Giovanni. E della Best Italian Good, in cui ha quote Giada Emanuela Fedele, ex moglie del governatore della Calabria. Un intreccio tra politica e affari che ora è al vaglio degli investigatori. Dove porterà?

Le repliche

«Non ho nulla da dire», il commento di Posteraro, contattato da questo giornale. Si dice, invece, «tranquillissimo» Ferraro, sentito da Domani. Occhiuto, sul punto, rimane al contrario in silenzio. Uno strano silenzio. Nonostante da quanto riferiscono fonti vicine all’indagine, agli atti ci sarebbero alcune intercettazioni da esaminare, in cui si alluderebbe a scambi di favore, poltrone e nomine.

Occhiuto ha annunciato nelle scorse settimane di volersi ricandidare nel 2026 alla guida della regione. Intanto l’inchiesta su di lui e sul suo braccio destro proseguirà e presto si capirà in concorso con chi Posteraro avrebbe commesso i reati contestati.

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