L’articolo è il 15, il comma è il 7, la legge è la numero 515 del 1993. Una normativa mai applicata che prevede la decadenza del candidato in caso di «accertata violazione delle norme che disciplinano la campagna elettorale, dichiarata dal Collegio di garanzia elettorale in modo definitivo».

Mai applicata e che oggi potrebbe avere una prima vittima, il deputato Aboubakar Soumahoro, travolto dal caso delle violazioni nella rendicontazione delle spese elettorali. Irregolarità che potrebbe mandare fuori dal parlamento il deputato con gli stivali. «Farò ricorso contro la deliberazione della corte d’Appello, gli avvocati stanno lavorando per la redazione dell’atto», ha detto a Domani Soumahoro confermando la deliberazione della corte d’Appello di Bologna.

La risposta del deputato

Il deputato, eletto nella lista Sinistra Italiana-Europa Verde poi passato al gruppo misto, deve affrontare un nuovo scandalo dopo le indagini che hanno coinvolto moglie, suocera e cognati per la gestione dei fondi per migranti. Questa volta la storia e i guai riguardano proprio lui e, in particolare, le modalità di rendicontazione delle spese elettorali. Una vicenda sulla quale il lavoro della giunta per le elezioni inizierà dopo la definizione del ricorso del deputato come conferma a Domani il presidente della giunta, Federico Fornaro. La corte d’Appello di Bologna ha segnalato alla camera dei deputati anomalie nel report sui fondi per la campagna elettorale e richiesto l’avvio dell’iter normativo che prevede la decadenza dell’eletto. E ora Soumahoro dovrà difendersi, chiarire ogni voce di spesa, rispondere alle contestazioni per evitare che l’aula voti la sua destituzione.

Si tratterebbe di un esito a dir poco incredibile: il deputato che si era presentato con gli stivali, lui che incarnava l’antitesi alla propaganda becera delle destre potrebbe essere cacciato dall’aula per irregolarità sulla rendicontazione e indicazione delle spese elettorali.

Dopo il gioco del “non vedo, non sento, non parlo” in merito ai disastri gestionali della cooperativa della moglie arriva anche un’altra grana ad affondare definitivamente la stella Soumahoro. In parlamento sono passati tutti, condannati per corruzione, per mafia, per evasione fiscale, ma mai uno che sia stato cacciato se non dopo sentenza definitiva. Soumahoro potrebbe essere il primo a pagare per la normativa del 1993.

La storia, insomma, è molto grave anche se non c’è alcuna contestazione penale per il deputato. Così chiediamo al sindacalista-onorevole di rispondere nel merito di quanto sarebbe emerso. Ha presentato ricorso contro la deliberazione che le contesta le violazioni nella rendicontazione? Il ricorso entra nel merito dei 12mila euro oggetto delle presunte irregolarità? Quali punti saranno contestati in particolare? Domande alle quali il deputato ha replicato con una risposta sibillina: «Quando gli avvocati avranno terminato il lavoro potrò fornire tutte le spiegazioni tecniche». Successivamente Soumahoro si è affidato a un comunicato per dire che si tratta di contestazioni formali e che «i fondi – come previsto dalla legge – sono stati tutti utilizzati per la campagna elettorale».

La corte d’Appello

Una vicenda che si origina dalla segnalazione partita dalla corte d’Appello di Bologna che ha il compito di verificare tutta la documentazione che viene fornita dagli eletti in quella circoscrizione elettorale. Soumahoro era stato candidato nel collegio uninominale, ma era stato sconfitto dall’omologo di centrodestra. È entrato in parlamento da ripescato visto che la lista Verdi-Sinistra lo aveva inserito in diversi collegi plurinominali, lo scorso novembre. Si era poi allontanato dal gruppo dopo le prime avvisaglie sul caos nella cooperativa della moglie che aveva imbarazzato i vertici della formazione politica, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Sulle violazioni in merito alle spese elettorali ora tocca agli uffici della Camera dei deputati proseguire l’iter e instradare la pratica.

Una pratica che, in assenza di controdeduzioni convincenti, potrebbe portare alla decadenza da deputato, ma si tratta di tempi lunghi visto che non si può prescindere dalla valutazione del ricorso annunciato. «Il verbale risulta trasmesso alla Camera, ma le procedure saranno avviate quando sarà data comunicazione dalla commissione regionale dell’accertamento definitivo delle violazioni, essendo possibile per il deputato presentare ricorso avverso la decisione», dice Federico Fornaro, deputato e del Pd e presidente della giunta per le elezioni della Camera dei deputati.

La giunta si occupa di verificare la regolarità della elezione di ogni deputato sia per quanto riguarda i voti ottenuti dal candidato, che in merito ad eventuali motivi di ineleggibilità o incompatibilità con il mandato parlamentare. La difesa di Soumahoro invierà presto la documentazione alla giunta per fare piena luce su ogni aspetto, il deputato ribadisce che dimostrerà l’assoluta trasparenza della sua azione nelle sedi opportune.

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