«C’erano tutti. Davanti al presidente Mattarella e alla ministra Bernini abbiamo tirato fuori dei cartelli per sottolineare i problemi che riguardano noi studenti. Ma gli uomini della Digos ci hanno intimato di uscire fuori dalla sala in cui la rettrice stava tenendo il suo discorso per l’inaugurazione dell’anno accademico». È Sara Sayad Niki dell’Unione degli Universitari a raccontare a Domani quanto accaduto questa mattina a Firenze, dove a una delegazione di studenti «è stato impedito di manifestare pacificamente».

«Ci hanno sequestrato i cartelli – dice ancora la coordinatrice di Udu Firenze – e una volta fuori siamo stati trattenuti dalle 10.30 fino alle 12.30 senza la possibilità di allontanarci neanche per andare in bagno. Tutti identificati, ci siamo sentiti impossibilitati a far sentire la nostra voce». “Senza diritti, senza futuro”, “La nostra università cade a pezzi”, “Il diritto all’alloggio è diritto allo studio” gli slogan sui fogli degli universitari che avrebbero voluto attirare «l’attenzione – dicono – del presidente della Repubblica e della ministra dell’Università e della Ricerca, perché certe tematiche non vengano dimenticate».

Ora, dopo l’accaduto, gli studenti (più in particolare «otto gli identificati dalla Digos, tra cui i rappresentanti degli studenti e un senatore accademico») chiedono un incontro alla rettrice Alessandra Petrucci per «un dialogo e un confronto».

«Si tratta dell’ennesimo caso in cui una voce di dissenso è stata silenziata. In un contesto dove vengono continuamente represse le forme di contestazione e in cui i luoghi di confronto sono sempre meno, la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico era un momento in cui far sentire la nostra voce. La contestazione è un nostro diritto. Svilisce notare come la cerimonia per il centenario della nostra Università sia stata uno strumento di celebrazione autoreferenziale, senza la possibilità di confronto», sottolinea sempre il coordinamento di Udu Firenze.

Gli studenti trattenuti fuori dal teatro

IL PD: «IL GOVERNO CHIARISCA»

Da Flc Cgil Firenze ad Arci fino al Partito Democratico. Una volta appresa la notizia, numerosi i commenti di sostegno e solidarietà agli universitari coinvolti nella vicenda. Proprio il Pd annuncia un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi e alla ministra Bernini. «È gravissimo quanto accaduto – scrivono in una nota componenti dem delle commissioni VII di Camera e Senato – La protesta pacifica è sempre legittima e un diritto garantito. Chiediamo ai ministri competenti di fare chiarezza. Chiediamo anche alla presidente del Consiglio se consideri normali in uno Stato di diritto questi comportamenti. Ci auguriamo – concludono nella nota – una risposta chiara e tempestiva».

E chiarimenti al governo li chiede pure lo stesso coordinamento nazionale dell’Unione degli Universitari, con la referente Camilla Piredda che annuncia di star «valutando col legale del coordinamento se sporgere denuncia per sequestro di persona». «Chiediamo immediatamente chiarimenti di quanto successo – chiosa sempre Piredda – alla rettrice Petrucci, al ministro Piantedosi e alla ministra Bernini». Ministra Bernini che, nel corso dell’inaugurazione di stamane, ha citato Giorgio La Pira: «Le nuove generazioni sono come le rondini: sentono il tempo, sentono la stagione. Sono vettori del cambiamento e terreno fertile per l’inclusione e la crescita».

«INIZIATIVA DELLA QUESTURA»

Stringate le dichiarazioni sull’accaduto che l’ateneo di Firenze concede a questo giornale. «In merito a quanto riferito circa l’allontanamento di studenti dalla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico che si è svolta questa mattina al Teatro del Maggio Musicale fiorentino – fanno sapere dall’Università – si precisa che l’Ateneo non ha preso alcuna iniziativa al riguardo». Nel sottolineare, dunque, l’estraneità dell’università rispetto all’allontanamento degli studenti manifestanti, l’ateneo ha anche reso noto di essere disponibile all’incontro richiesto dai ragazzi.

«La rettrice Alessandra Petrucci incontrerà nei prossimi giorni i rappresentanti degli studenti coinvolti», è non a caso quanto dichiarato.

In qualità di rettore dell’Università per stranieri di Siena anche Tomaso Montanari era presente all’evento inaugurale. Raggiunto telefonicamente, lo storico dell’arte esprime parole di solidarietà nei confronti degli universitari. «Io non ho assistito all’allontanamento – racconta Montanari a Domani –, ma una volta fuori gli studenti mi hanno fermato e raccontato l’accaduto. Sono molto amareggiato e lo è anche la rettrice Petrucci con cui ho parlato e che ha ribadito il fatto che l’iniziativa di allontanare gli studenti sia stata della questura. Credo a questo punto che il questore di Firenze dovrà dare una spiegazione. Eravamo in un teatro a celebrare l’università, tuttavia se si nega il pensiero critico e la libertà di esprimersi credo che tutte queste iniziative siano inutili – prosegue il rettore dell’Università per stranieri di Siena – Gli studenti, con cui sono solidale, stamattina chiedevano soltanto cose giuste e tra l’altro cercavano di farlo nel modo giusto. Per me sono studenti da trenta e lode». Eppure nei fatti penalizzati.

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