La notizia ha stravolto il calcio e non solo, a giudicare dalle reazioni che arrivano anche dal mondo della politica: nella serata di domenica 18 aprile, dodici big club europei hanno annunciato la fondazione della cosiddetta Superlega (o Super League), una competizione che – nonostante la ferma opposizione dell’Uefa – dovrebbe riunire le migliori squadre e i migliori giocatori al mondo, con un sistema di accesso che esclude quasi totalmente il merito e i piazzamenti nei rispettivi campionati per dare precedenza al blasone (e ai soldi). Non un fulmine a ciel sereno, come ha spiegato Pippo Russo su Domani, ma comunque una notizia che rischia di rivoluzionare il mondo del pallone.

Ma cos’è la Superlega e perché sta provocando così tante polemiche? Quando dovrebbe partire e quali club parteciperanno? Cosa succederà nei prossimi mesi e che fine farà la Champions League? 

Cos’è la Superlega

Come già anticipato, la Superlega – di cui esiste già un sito ufficiale – è una competizione parallela ai tornei europei (Champions ed Europa League), cui partecipano 20 squadre. Alcune di esse (12) sono le fondatrici e dunque saranno sempre ammesse, a prescindere dal rendimento in classifica nelle rispettive leghe nazionali. Tre posti sono al momento vacanti, visto che altrettanti club sono stati invitati a partecipare come fondatori ma non hanno accettato l’offerta. Gli altri cinque posti, invece, sono riservati ad altrettante squadre che saranno ammesse sulla base dei risultati sportivi. 

L’obiettivo è quello di creare una competizione altamente competitiva, che racchiude tra l’altro le squadre che hanno il maggior numero di tifosi in tutto il mondo (circa un miliardo secondo i club fondatori), capace così di offrire uno spettacolo e un coinvolgimento mai visti prima. Allo stesso tempo, le quote dei diritti televisivi e gli incassi degli sponsor, che ammontano a circa 4 miliardi di euro, verrebbero divise solo tra le venti squadre partecipanti, che potrebbero incassare fino a 350 milioni a stagione senza la mediazione dell’Uefa che invece gestisce e spartisce quelli di Champions ed Europa League. Un vero toccasana per i bilanci, che a causa della pandemia nell’ultimo anno hanno registrato perdite pesantissime e una crisi che senza incassi certi e garantiti di diritto, come fanno notare i club fondatori della Superlega, non sarà possibile far rientrare.

Quali squadre partecipano 

L’accordo per la nascita della Superlega del calcio europeo è stato firmato da sei squadre inglesi (Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham), tre spagnole (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid) e tre italiane (Juventus, Inter e Milan). Sono stati invitati a entrare nell’elenco dei club fondatori anche il Psg (Francia), il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund (Germania).

Le due big tedesche hanno deciso di non aderire: «Ci siamo riuniti domenica sera per una conferenza virtuale e abbiamo confermato la volontà dei club coinvolti di appoggiare la prevista riforma della Champions League, respingendo i piani per formare una Superlega. Entrambi i club tedeschi rappresentati hanno espresso lo stesso punto di vista», ha dichiarato il Ceo del Borussia Dortmund Hans- Joachim Watzke. 

Anche il Paris Saint-Germain si è detto «fedele alla tradizione Uefa», anche se in Francia si sottolinea il dilemma dello sceicco Nasser Al-Khelaifi, combattuto tra la volontà di portare i parigini nell'elite del calcio mondiale e il suo ruolo di membro del Comitato organizzatore dei Mondiali in Qatar e dell'Esecutivo Uefa. Nasser al-Khelaifi è anche a capo di beIN Media Group, la rete televisiva del Qatar che ha pagato milioni di dollari per i diritti di trasmissione delle partite della Champions League e di varie competizioni nazionali.

Le altre cinque squadre partecipanti si qualificheranno in base ai risultati sportivi: la formula non è stata ancora ufficializzata nel dettaglio.

Come funzionerà la Superlega e quando partirà

La formula prevede due gironi da dieci squadre: le prime tre di ogni gruppo accedono direttamente ai quarti di finale (non ci sarebbero gli ottavi), insieme alle due vincenti degli spareggi fra quarta e quinta classificata. Dai quarti di finale la formula ricalca invece quella dell'attuale Champions League: gare di andata e ritorno a eliminazione diretta, finale in una partita unica. Le gare si giocherebbero in mezzo alla settimana. In questo modo, si assicura per ogni squadra un numero minimo di 18 e un massimo di 25 partite disputate. 

Non è ancora chiara neanche la data di partenza della nuova competizione. Nel loro comunicato ufficiale, i club fondatori hanno fatto riferimento a un generico «inizio ad agosto», senza specificare l’anno. Difficile che si parta già nel 2021, complici le polemiche e le battaglie in tribunale che si prospettano, oltre al fatto che questa estate ci saranno anche gli Europei rinviati l’anno scorso a causa del Covid-19. Più probabile, dunque, il 2022. A patto che si trovi un accordo con l’Uefa.

Perché si parla di scisma?

L’annuncio della creazione della Superlega ha creato parecchia tensione nel calcio europeo. L’Uefa si è detta infatti fortemente contraria alla nascita di una nuova competizione e ha minacciato sanzioni sia per i club che per i calciatori partecipanti, come ad esempio l’esclusione dalla Champions e dall’Europa League di quest’anno, fino alla mancata iscrizione ai campionati nazionali e a Europei e Mondiali.

Sono arrivati comunicati al veleno anche da tutte le principali leghe nazionali (Serie A, Premier League, Ligue 1, Liga spagnola e Bundesliga), nonché dai molti club non inclusi tra i fondatori o che negli ultimi anni hanno iniziato a lottare per una qualificazione alle coppe europee. La nuova Superlega, basandosi su un modello simile all’Nba americana, non prevede infatti retrocessioni o qualificazioni (eccezion fatta per cinque squadre su venti), rendendo vano qualsiasi tentativo dell’Atalanta o del Leicester di turno di piazzarsi bene in campionato. Allo stesso tempo, una Champions League senza i club che regolarmente si contendono la vittoria finale avrebbe tutto un altro sapore.

Dal canto loro, i club fondatori della Super League vorrebbero continuare a partecipare ai campionati nazionali. Nelle loro intenzioni, invece, ci sarebbe sostituire la Champions League con la Superlega, che essendo strutturata in due grandi gironi vedrebbe un numero di partite molto più alto dell’attuale massima competizione europea, rendendo impossibile giocare entrambe oltre alle leghe nazionali.

L’Uefa, però, su questo punto è stata categorica: la Champions non si tocca. E anzi nella mattina di lunedì 19 aprile il Comitato Esecutivo ha approvato la nuova formula della competizione a partire dal 2024, quasi una risposta ai dodici grandi club fondatori della Superlega. La nuova Champions sarà composta da 36 squadre inserite in un unico girone. Le prime 8 classificate passeranno direttamente alla fase a eliminazione diretta. Quelle posizionate tra il nono e il 24esimo posto giocheranno un playoff andata/ritorno per ottenere la qualificazione agli ottavi di finale. Le otto uscite dal playoff si uniranno alle prime otto della classifica per giocare gli ottavi. Le ultime 12 saranno invece eliminate. Inghilterra, Spagna, Germania e Italia mantengono quattro squadre automaticamente qualificate. La Francia avrà tre posti garantiti. Mentre si qualificheranno automaticamente la squadra vincitrice della Champions League e quella dell'Europa League nella stagione precedente.

La posizione di Agnelli

Tra le squadre fondatrici della Super Lega c’è la Juventus di Andrea Agnelli che fino a domenica, prima delle dimissioni, è stato membro del comitato esecutivo della Uefa e il presidente dell’European Club Association (Eca), un’associazione che racchiude 200 club europei, la maggior parte dei quali saranno esclusi dall’eventuale Super Lega.
«Non parlerò molto di Agnelli, è una delle più grandi delusioni, anzi la più grande delusione – ha detto il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin – Non ho mai visto una persona che potesse mentire così di continuo, è veramente incredibile. Ho parlato con lui sabato pomeriggio, ha detto che si trattava solo di voci, che non c’era nulla sotto. Ha detto che mi avrebbe richiamato e poi ha spento il telefono». In ogni caso il numero uno dell’Uefa non chiude la porta ai club “in fuga”: «Con Agnelli c'è qualcosa di personale perché lo conosco da troppo tempo ma non pretendo che tornino in ginocchio. Non è una battaglia personale, sono sorpreso ma se volete tornare benvenuti in questo progetto fantastico».

Superlega finanziata da JP Morgan

Nel frattempo, la banca statunitense JP Morgan è uscita allo scoperto e ha annunciato che sarà lei a supportare economicamente il progetto di Superlega europea. «Posso confermare che stiamo finanziando l'operazione», ha dichiarato un portavoce londinese. Il budget stanziato inizialmente sarà di 3,5 miliardi di euro. Il progetto prevede anche contributi di solidarietà al calcio europeo in misura maggiore alle cifre stanziate al momento: l'obiettivo è di raccogliere 10 miliardi.

Secondo quanto scrive il Financial Times, la banca americana erogherà un «sostegno infrastrutturale» da 3,25 miliardi di euro che sarà diviso tra le società come un "bonus di benvenuto" nel momento dell'adesione alla competizione pari a circa 200-300 milioni per ognuno. Il finanziamento, spiega il quotidiano finanziario, «sarà ammortizzato su un periodo di 23 anni» e «garantito» dai futuri diritti televisivi della nuova competizione. Le società, da parte loro, si sarebbero impegnate a ripagare alla banca 264 milioni di euro l'anno, una cifra che comprende anche un tasso d'interesse del 2-3 per cento.

Il tema arbitri

La Superlega sarà una competizione privata, organizzata e gestita direttamente dai club. Dal momento che l’Uefa ha minacciato di escludere da tutto il calcio chi parteciperà alla competizione, club o giocatori che siano, si pone il problema anche per gli arbitri. Chi dirigerà le partite? Serviranno, pare, arbitri privati ingaggiati con contratti gestiti proprio dalla Superlega. Un altro ostacolo non da poco.

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