Salgono ad almeno 5.000 i morti confermati nel terremoto che nella notte tra domenica e lunedì ha colpito Turchia e Siria. Migliaia di edifici sono crollati a causa delle due intense scosse principali. La prima, di magnitudo 7.8 nel corso della notte, la seconda, di magnitudo 7.5 poche ore dopo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, fino a 23 milioni di persone potrebbero essere state coinvolte nel terremoto.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scritto che la Farnesina è entrata in contatto con tutti gli italiani che si trovavano nei pressi della zona colpita, tranne uno. La persona in questione si trovava in Turchia per ragioni di lavoro.

Scossa nella notte

Almeno 20mila persone sono rimaste ferite nella sola Turchia a causa del terremoto. Quasi tremila edifici sono crollati. La scossa è stata particolarmente letale per via della sua intensità e per aver colpito nel cuore della notte, quando la maggior parte delle persone si trovava in casa a dormire. Il freddo e la neve rendono complicate le operazioni di soccorso, così come i danni subiti dalle strade, interrotte in molti punti a causa dell’intensità delle scosse.

Entrambe le scosse hanno avuto l’epicentro in Turchia. La prima a poca distanza dalla grande città di Gazientep, che al momento risulta la più colpita. La seconda, diverse decine di chilometri più a nord, vicino alla città di Ekinozu. 

I soccorsi

Medici e soccorritori dicono che ci sono anche persone disperse sotto le macerie. Salvarle ora è una corsa contro il tempo. Le temperature nella regione del terremoto sono particolarmente basse. A Gazientep, in Turchia, durante la notte scendono fino a – 7 gradi, mentre nel nord della Siria arrivano fino a – 3.

Migliaia di operatori sono in arrivo nella zona da tutta la Turchia, 15mila solo dalla regione di Istanbul, mentre la protezione civile turca dice che altri 2.600 soccorritori, insieme a diverse tonnellate di materiale, sono state spedite da oltre 65 paesi. Anche l’Ucraina ha annnunciato l’invio di aiuti.
 

I danni in Siria

Anche il nord della Siria è stato colpito dal terremoto. La città di Aleppo, uno dei luoghi più colpiti dalla guerra civile, ha subito forti danni. Le operazioni di soccorso sono particolarmente difficili a causa della presenza di varie fazioni che si contendono il territorio. Nelle zone controllate dai ribelli i soccorsi vengono effettuati dai cosiddetti “elmetti bianchi”, un gruppo di protezione civile nato durante il conflitto per effettuare soccorsi nelle aree colpite dai bombardamenti del regime e dei suoi alleati.

Secondo l’Afp, le scosse di terremoto hanno danneggiato una prigione che ospita anche detenuti dello Stati islamico. Nella confusione, fino a 20 carcerati sarebbero riusciti a fuggire.
 

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