Un forte terremoto di magnitudo 7.9 ha colpito nella notte il sud della Turchia e il Nord della Siria. I morti si aggirano intorno ai 2.300, ma il bilancio è probabilmente destinato ad aggravarsi. Una nuova potente scossa, di magnitudo leggermente inferiore alla principale, ha colpito l’area.

Intere città e villaggi sono stati devastati sui due lati del confine. Almeno 2.800 edifici sono crollati soltanto in Turchia, mentre il freddo intenso della notte ha reso i soccorsi ancora più urgenti.

Il terremoto è il più forte mai registrato nella regione. Dopo la scossa principale, che ha spinto nelle strade gelide e innevate migliaia di persone, sono seguite circa venti scosse di assestamento, la più forte con una magnitudo di 7.5. Il maltempo intanto continua a rendere difficili i soccorsi e complica la vita ai sopravvissuti.

Il terremoto ha fatto scattare un’allerta Tsunami in tutto il Mediterranebo, ora rientrata, e la circolazione dei treni è stata temporaneamente sospesa in Puglia, Calabria e Sicilia, ma è ora regolarmente ripresa.

Tra le principali città a essere colpite ci sono Gaziantep e Diyarbakir in Turchia e Aleppo e Hama in Siria, località diventate famose negli ultimi anni a causa della guerra civile siriana  del conflitto turco contro la minoranza curda.

Centinaia di migliaia di rifugiati siriani vivono in nella parte della Turchia colpita dal terremoto. In Siria, i soccorsi sono complicati dal fatto che l’area del disastro è a cavallo tra le zone controllate dai ribelli e quelle in mano al governo. Il numero dichiarato dei morti in territorio siriano potrebbe, per questo motivo, essere inferiore al dato reale.

Si segnala, inoltre, l’esplosione di un gasdotto nella provincia turca di Hatay. Paura anche in Libano dove molti residenti di Beirut sono scesi in strada nella notte. 

Dall’Italia

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni con una nota ufficiale di palazzo Chigi ha fatto sapere che segue costantemente, aggiornata dal dipartimento della Protezione civile, gli sviluppi del devastante terremoto: «Esprime vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite. La Protezione Civile italiana ha già fornito la propria disponibilità per contribuire al primo soccorso».

Il presidente Sergio Mattarella ha espresso vicinanza «all’amico popolo turco». La Farnesina esclude la morte o il ferimento di cittadini italiani. 

Le reazioni internazionali

Gli Stati Uniti si sono dichiarati disponibili ad assicurare ogni tipo di assistenza necessaria all’alleato Nato. Proprio Jens Stoltenberg, segretario generale dell’alleanza, ha messo a disposizione le risorse dell’organizzazione per contribuire alla gestione dell’emergenza.

Altri alleati Nato, come il Regno Unito, non hanno tardato nel dimostrare il proprio cordoglio e offrire aiuto.

Anche l’Unione europea, con un tweet dell’alto rappresentante Josep Borrell, ha espresso solidarietà alle popolazioni colpite e si dice «pronta ad aiutare». In arrivo soccorritori da Paesi Bassi e Romania.

Reazioni simili da parte di Cina e Russia. Vladimir Putin ha parlato con il presidente siriano Bashar al-Assad promettendo all’alleato l’invio di squadre di soccorso, già in viaggio, in aggiunta alle truppe russe già presenti su territorio siriano.

© Riproduzione riservata