Il sottomarino della OceanGate disperso da domenica dovrebbe aver finito ormai le sue riserve di ossigeno, sebbene non sia certo nemmeno che sia ancora integro. Le persone a bordo avrebbero voluto vedere da vicino il relitto del Titanic
Il sommergibile Titan della compagnia OceanGate, disperso da domenica, ha esaurito le sue scorte di ossigeno. Nonostante questo, la guardia costiera degli Stati Uniti ha annunciato che sta continuando le operazioni di salvataggio: «Anche in casi particolarmente complessi, la volontà di vivere delle persone deve essere presa in considerazione», ha detto il contrammiraglio John Mauger, capo delle operazioni di ricerca alla Nbc.
L’immersione sarebbe dovuta durare solo due ore per visitare il relitto del Titanic, trovato nel 1985 sul fondale fangoso al largo dell’isola di Terranova, in Canada. Il sommergibile era partito con un’abbondante riserva di ossigeno coprendo potenzialmente un totale di 96 ore, che adesso però non basta più.
In realtà non è nemmeno sicuro che l’ossigeno potesse bastare per tutte quelle ore. I serbatoi del gas a bordo infatti potrebbero anche essersi esauriti in precedenza. Ciò dipende da alcuni fattori come lo stato di agitazione di chi è dentro il sottomarino e se questo ha ancora energia, supponendo comunque che questo sia ancora intatto.
Squadre di soccorso, parenti e amici avevano avuto una timida speranza quando martedì e mercoledì aerei di ricerca canadesi avevano registrato rumori sottomarini usando boe sonar. Ma la guardia costiera statunitense ha affermato che i veicoli di ricerca subacquea telecomandati diretti verso il punto in cui sono stati rilevati i rumori non hanno prodotto risultati. I funzionari della guardia costiera hanno infatti confermato oggi che i suoni erano generati dal «rumore di fondo dell’oceano». Non solo, oggi la guardia costiera statunitense ha riportato di aver trovato dei rottami vicino al relitto del Titanic. Gli esperi del comunicato unificato stanno però ancora valutando tutte le informazioni quindi non è sicuro siano attribuibili al sottomarino.
I passeggeri a bordo
Sul Titan si trovano attualmente 5 persone – il pilota nonché fondatore e amministratore delegato di OceanGate, Stockton Rush, il quale è anche sposato con un discendente di due delle oltre 1500 vittime del Titanic – e quattro passeggeri tra cui:
- il magnate degli affari nato in Pakistan, Shahzada Dawood, 48 anni, con suo figlio Suleman di 19 anni, entrambi cittadini britannici
- l'oceanografo francese e principale esperto del Titanic, Paul-Henri Nargeolet, di 77 anni
- il miliardario e avventuriero britannico, Hamish Harding, di 58 anni
Il figliastro di Harding è stato bersagliato dalle polemiche sui social dopo aver postato video e foto su Twitter che lo ritraevano lunedì al concerto dei Blink-182
Un salvataggio difficile
Il problema legato al salvataggio non dipende solo dalla mancanza di localizzazione. Anche se il Titan fosse localizzato infatti recuperarlo presenterebbe enormi sfide logistiche. Se il sommergibile fosse riuscito a tornare in superficie, sarebbe stato difficile avvistarlo in mare aperto e soprattutto essendo sprangato dall’esterno i passeggeri non potrebbero uscire senza aiuto.
Se invece il Titan si trovasse sul fondo dell’oceano, un salvataggio sarebbe complicatissimo a causa dell’altissima pressione e dell’oscurità totale. L’esperto del Titanic, Tim Maltin, ha affermato che sarebbe «quasi impossibile effettuare un salvataggio da sub a sub» sul fondo del mare.
Mentre le ore scorrono però si tenta il tutto per tutto. Sono scese in campo nuove attrezzature tra cui una nave da ricerca francese equipaggiata con un robot subacqueo – chiamati Victor 6000 – in grado di raggiungere profondità anche al di sotto del relitto del Titanic, che si trova a oltre 3mila metri sotto la superficie. Il robot francese ha braccia che possono essere controllate a distanza per aiutare a liberare un velivolo intrappolato o agganciarlo a una nave per sollevarlo. Oltre a questo, un speciale sistema di salvataggio inviato dalla marina militare americana è impiegato nelle ricerche. Questo sistema permette il sollevamento di grandi oggetti che si trovano nelle profondità marine.
I dubbi sulla sicurezza
Il Titan ha fatto la sua prima immersione nel 2018 ma già allora alcuni esperti e un ex dipendente sollevarono dubbi sulla sua sicurezza. In primis sembrava sospetto che la OcenGate non avesse fatto certificare il Titan attraverso terze parti come d’uso in questi casi, di solito attraverso l’Ufficio americano per le imbarcazioni o il gruppo europeo DnV, a garanzia della qualità e gestione del rischio che stabilisce standard per la sicurezza.
Will Kohnen, presidente del comitato di peer-review Società della tecnologia marittima ha indirizzato una lettera datata 27 marzo 2018 al fondatore e amministratore delegato di OceanGate, Stockton Rush, che sta pilotando il veicolo attualmente. Nella lettera, Kohnen ha espresso preoccupazioni diffuse sul sommergibile. I problemi da lui rilevati non afferivano a un singolo difetto di progettazione ma la scelta della compagnia di non seguire il processo di certificazione riconosciuto dal settore per la progettazione, fabbricazione e collaudo del sommergibile. La OceanGate infatti notificava ai suoi passeggeri al natura sperimentale del prodotto e dei possibili rischi.
Dalla lettera è anche scaturita una discussione che però ha portato a un nulla di fatto perché Rush era rimasto convinto della bontà del suo prodotto. Tuttavia la missiva non era stato il primo segnale di preoccupazione, numerosi altri esperti di sommergibili avevano espresso i propri dubbi sul Titan durante un simposio annuale di tre giorni sul tema. Per la verità Kohnen aveva chiesto al consiglio MTS di inviare la lettera a nome dell’intera società, ma questo aveva rifiutato.
Il whistleblower di OceanGate
Pochi mesi prima, nel gennaio del 2018, un dipendente di OceanGate, David Lochridge, aveva inoltrato ai dirigenti un rapporto d’ingegneria da lui scritto che era critico nei confronti del Titan, in particolare per i materiali utilizzati e per la mancanza di test eseguiti sullo scafo per misurare le capacità di resistenza ad alte profondità.
Il giorno dopo la consegna del rapporto, la società aveva convocato una riunione per discutere le preoccupazioni di Lochridge. Al termine della riunione Lochridge aveva dichiarato di non poter accettare le decisioni progettuali di OceanGate e di non autorizzare alcun viaggio con equipaggio senza ulteriori test. Poi è stato licenziato.
OceanGate ha intentato una causa contro Lochridge a giugno e luglio 2018 sostenendo che aveva discusso di informazioni riservate con almeno altre due persone. Lochridge ha ribattuto nell’agosto 2018, negandolo e affermando che la causa legale di OceanGate era uno sforzo per scoraggiare «gli informatori dal farsi avanti con problemi di controllo della qualità e problemi di sicurezza che minacciano la sicurezza di passeggeri innocenti».
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