È tutto pronto. Alle 21, ora locale, di stasera, 15 novembre 2022, dal suo club a Palm Beach l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe lanciare la sua terza candidatura per la Casa Bianca. L’obiettivo è superare le deludenti sconfitte riportate nelle elezioni di midterm e tacitare le correnti del suo partito contrarie alla sua rielezione. Per non parlare dei processi che lo attendono. 

Prima delle elezioni di metà mandato Trump aveva sperato di utilizzare i vantaggi derivanti dall’attesa vittoria dal Partito repubblicano come trampolino di lancio per la sua candidatura. Le cose però sono andate diversamente. Non solo il suo partito ha ottenuto meno seggi del previsto, ma diversi suoi colleghi accusano l’ex presidente di aver sostenuto una serie di candidati che si sono rivelati perdenti. 

Trump sui social

«Speriamo che domani si riveli uno dei giorni più importanti nella storia del nostro paese!» ha scritto Trump su Truth social, il suo social network. 

La ricandidatura del tycoon potrebbe essere definita un unicum nella storia del paese: l’imprenditore è, infatti, il primo ad essere stato messo sotto accusa due volte e peculiare è stata anche la fine del suo mandato, che si è concluso con l’assalto dei suoi sostenitori al Campidoglio degli Stati Uniti nel tentativo disperato di fermare la pacifica transizione del potere. Inoltre, un solo presidente nella storia degli Stati Uniti è stato eletto per due mandati non consecutivi: era la fine del 1800 e il suo nome era Grover Cleveland, eletto per la prima volta nel 1884 e, poi, nel 1892.

Gli avversari nel partito

Collaboratori e alleati avevano esortato Trump ad aspettare gli esiti dei ballottaggi, previsti per il 6 dicembre, per annunciare i suoi piani. Ma l’ex presidente è desideroso, ora più che mai, di tornare sotto i riflettori. Spera, tra le altre cose, di evitare che prima di lui si candidi uno dei numerosi potenziali sfidanti, incluso il governatore della Florida, Ron DeSantis, che è arrivato alla rielezione la scorsa settimana ed è ora esortato da molti nel suo partito a candidarsi anche lui alla presidenza.

La senatrice repubblicana Cynthia Lummis del Wyoming, alla domanda dei giornalisti che le chiedevano se approvasse la candidatura di Trump per le presidenziali del 2024, ha risposto: «Non penso che sia la domanda giusta. Penso che la domanda sia: chi è l'attuale leader del Partito repubblicano?». Quando i giornalisti l’hanno incalzata chiedendole chi fosse, ha fatto il nome di Ron DeSantis.

Ma Lummis non è l’unica nel Gop a opporsi alla ricandidatura di Trump. Tra loro il senatore Mitt Romney, critico di Trump di lunga data, ha paragonato l’ex presidente a un lanciatore di baseball che continua a perdere.

«È stato sul monte e ha perso tre partite di fila. Se vogliamo iniziare a vincere, abbiamo bisogno di qualcun altro sul monte. E abbiamo una panchina molto forte che può uscire», ha detto Romney alla stampa. «Lo so, ci sono alcuni fan che lo adorano. Proprio come, sai, un lanciatore invecchiato. I fan che vogliono tenerli lì per sempre. Ma se continui a perdere partite, devi provare a mettere in campo dei nuovi giocatori», ha concluso.

La candidatura di Trump si presenta, dunque, piuttosto fragile. C’è da vedere come il Gop si muoverà nei prossimi due anni.

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