Non ci sono stati sversamenti di carburante dalla petroliera Xelo, affondata nella sera del 15 aprile a sette chilometri dalla costa della Tunisia, nel golfo di Gabes, con 750 tonnellate di gasolio a bordo.

Secondo quanto riportato da fonti locali la nave si è posata su un fianco a venti metri di profondità. Le ispezioni dei sommozzatori della Marina francese hanno appurato che non si è verificata nessuna perdita di carburante e che i serbatoi erano ancora accuratamente chiusi, confermando quanto dichiarato anche dall’equipaggio della nave. Lo riporta La Presse Tunisie, riferendo della conferenza stampa tenuta ieri dai ministri dei Trasporti e dell’Ambiente di Tunisi.

I PROSSIMI PASSI

Ora i subacquei sono impegnati ad agganciare la barca ai rimorchiatori per riportarla in superficie. Dopo di che si avvierà un’operazione di pompaggio per aspirare il carburante presente nei serbatoi, come annunciato dal ministro dei Trasporti tunisino Rabie Mjidi, il quale ha precisato che si sta lavorando per determinare il porto nel quale poter effettuare la rimozione del carburante dalla nave. Si tratta di un «processo complesso», ha detto, che «non tollera alcun errore e deve essere eseguito rapidamente».

Il ministro dei Trasporti ha anche fatto sapere che è stata aperta un'indagine e nelle prossime ore sarà ascoltato l’equipaggio per capire le ragioni che hanno determinato l’incidente. Inoltre ha riferito che diversi paesi amici hanno espresso la loro disponibilità a fornire supporto alla Tunisia, dopo l’incidente.

L’ITALIA

Anche l’Italia è intervenuta con il suo sostegno. In una nota, il Comando operativo di vertice interforze italiano (Covi), guidato dal generale Francesco Figliuolo, ha comunicato che alcuni mezzi aeronavali della marina militare erano stati posti in stato di allerta e che le navi sono equipaggiate con dei sistemi antinquinamento «in grado di mettere in atto le procedure» necessarie per il «contenimento e la rimozione degli agenti inquinanti oleosi, evitando che gli stessi giungano a contatto con la costa e minimizzando l'impatto sull'ecosistema marino».

L’INCIDENTE

La petroliera Xelo, lunga 58 metri e larga nove, battente bandiera della Guinea Equatoriale, era partita dal porto egiziano di Damietta ed era diretta a Malta. Venerdì sera, in condizioni meteorologiche avverse, aveva chiesto alle autorità tunisine di poter entrare nelle acque territoriali del paese prima di iniziare a imbarcare acqua nella sala macchine, fino al suo completo affondamento.

L’equipaggio della nave, che comprendeva sette membri di diverse nazionalità è stato immediatamente evacuato e messo in salvo. Il capitano georgiano e gli altri operatori marittimi, quattro turchi e due azeri, si trovano ora in un albergo, dopo essere stati condotti in ospedale per i controlli.

Il luogo dell’incidente, invece, è stato transennato con attrezzature antinquinamento, per arginare possibili perdite, inizialmente si temeva il disastro ambientale. 

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