Se vuoi salvarti la pelle è meglio essere immensamente amati o profondamente odiati, ma mai nel mezzo. È questo l'insegnamento che arriva dalla storia del cibo nelle religioni. Che un animale sia sacro o impuro, adorato o maledetto, poco cambia: in ogni caso non sarà mangiato, al contrario di quelli che suscitano indifferenza. È il caso del maiale, che in medio oriente sul piano spirituale ha conosciuto l'altare e poi la polvere, l'amore assoluto e la denigrazione estrema, e che non è mai finito in pentola. Gli egizi dei faraoni lo adoravano e per questo non lo mangiavano, identificandolo con il dio Set. I babilonesi lo consideravano un animale sacro e anche loro, per questo motivo, non lo mettevano nel piatto. Gli archeologi Israel Finkelstein e Neil Silberman provarono che già un millennio prima che la Bibbia fosse scritta i mediorientali non mangiavano carne di maiale.

Le religioni successive porteranno il maiale dall'altare alla polvere ma sempre tenendolo fuori dalla dieta. Il culto ebraico sostiene che possono essere mangiati solo animali con lo zoccolo “fesso” (diviso) e ruminanti, e che il maiale, avendo la prima ma non la seconda caratteristica, è impuro, sporco, da non mangiare e da non toccare quando è morto. Il Corano vieta espressamente il consumo di carne di maiale. Il solo contatto con questo alimento è da evitare, anche se l'impurità che ne deriva può essere eliminata con la pulizia di ciò che è stato contaminato.

Oggetto del contendere

Come spesso succede, questi tabù religiosi hanno condizionato la politica e la vita quotidiana. In Israele la carne di maiale è stata spesso oggetto del contendere tra laici e religiosi. Negli anni Cinquanta, in un periodo di carestia, i kibbutz più laici cominciarono in segreto ad allevare i maiali e venderne la carne. L'iniziativa non piacque ai politici più intransigenti che in breve risposero con due leggi: la prima, del 1956, dava alle municipalità la facoltà di proibire il commercio e la vendita di carne di maiale nelle aree di competenza; la seconda, del 1962, vietava l'allevamento del maiale tranne che in prossimità di grandi comunità non ebraiche.

Non tutti però si sono adeguati. Dagli anni Settanta è fiorito il mercato nero della carne di maiale che fece dire a Thomas Friedman, firma del New York Times, che in Israele la carne suina era come in altri paesi la cocaina. I barbecue a base di carne di maiale, tenuti spesso nei giorni di penitenza, sono diventati il simbolo della protesta laica. Dal 1992 la vendita di carne di maiale è di fatto legalizzata, e questo ovviamente ha scatenato la contro-protesta integralista. Nel 2009 il rabbino ortodosso Ovadia Youssef ha attaccato il politico non religioso Avigdor Lieberman dicendo che era a capo di gente che voleva i matrimoni civili e la carne di maiale.

Per quanto riguarda l'Islam, la carne di maiale è diventata un simbolo politico anche fuori dal medio oriente. Per esempio, nelle comunità musulmane di India e Cina rifiutare il suino è diventato un modo per sottolineare la propria identità religiosa e politica, diversa da quella locale. Per tutta risposta, esponenti nazionalisti di questi paesi forzano spesso i musulmani a mangiare carne di maiale, al fine di cancellare con la forza simbolica del cibo le identità ritenute “diverse”.

Maiale nascosto

Altre comunità islamiche che hanno vissuto il divieto in maniera problematica sono quelle che vivono in paesi come gli Stati Uniti, dove il lardo è usato come grasso per biscotti e altri prodotti insospettabili. Dopo aver scoperto di aver mangiato maiale a loro insaputa, questi gruppi hanno richiesto alle aziende alimentari di dichiarare tutti gli ingredienti di ogni prodotto e hanno protestato contro chi non lo ha fatto, mense scolastiche incluse.

Il maiale è stato usato spesso dai nemici di Ebraismo e Islam, a volte con estrema violenza. Il re di Siria Antioco IV Epifane profanò il Santuario di Gerusalemme nel 167 a.C. uccidendo una scrofa e imbrattando con il suo sangue muri e libri. Tra i mosaici di San Marco a Venezia ce n'è uno che rappresenta il furto, a opera di alcuni veneziani, del corpo proprio di San Marco dalla chiesa di Alessandria d'Egitto nell'828. I ladri nascosero i resti avvolgendoli in carne di maiale, per suscitare il ribrezzo delle guardie egiziane e far passare velocemente il corpo alla dogana.

Nel 2014, tre pacchi contenenti teste di maiale sono stati spediti, con intenti antisemiti, alla Sinagoga, all'Ambasciata israeliana e al Museo della Storia a Trastevere, che ospitava una mostra sulla Shoah; riguardo all'Islam, invece, il politico leghista Roberto Calderoli minacciò di portare a spasso dei maiali in alcune aree destinate alla costruzione di nuove moschee, con l'intento islamofobico di rendere quelle aree inaccessibili ai musulmani.

Sporcizia e cattivi esempi

Da secoli ci si chiede come mai tutti i culti medio orientali siano accomunati dallo stesso tabù alimentare. Tra i religiosi, il rabbino Maimonide, medico e filosofo medievale, spiegava il divieto della carne suina con la sporcizia che l'allevamento del maiale causa a luoghi e persone. Per altri pensatori ebraici il divieto dipendeva dal fatto che il maiale è carnivoro, e quindi un cattivo esempio in quanto si nutre tramite atti violenti, al contrario dei ruminanti erbivori, che non uccidono nessuno e quindi possono essere mangiati. Alcuni pensatori musulmani spiegano invece il divieto con il pericolo di ingerire germi, parassiti e una grande quantità di acido urico, o di contrarre la trichinosi, malattia dell'apparato digerente che può danneggiare seriamente cuore e polmoni.

Al di fuori delle religioni, per l'antropologo Marvin Harris le reali motivazioni del tabù erano ambientali. Allevare il maiale richiede ombra, molta acqua e alimenti come il grano estremamente più ricchi dell'erba che si dà ai ruminanti. Tutto questo avrebbe causato problemi economici e la scarsezza di acqua e di alimenti fondamentali per gli umani. Da un punto di vista teologico, invece, alcuni studiosi sostengono che il divieto nell'Ebraismo sia stato causato originariamente dalla voglia di soppiantare l'antico culto della dea Asherah, che considerava il maiale sacro.

Ma se i divieti delle religioni citate sono molto noti, pochi forse sanno che anche il Cristianesimo delle origini, nato dall'Ebraismo, vietava il consumo di carne di maiale. A quanto sembra, il tabù durò poco. La diffusione di questa religione nel nord Europa, e in altri luoghi in cui il maiale era uno degli alimenti principali della dieta, ha indebolito e alla fine cancellato il divieto. Un motivo in più per pensare che in realtà le indicazioni alimentari delle religioni hanno significati spirituali ma radici legate all'ambiente, alla salute e alla cultura dei luoghi dove prosperano.


 

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