Non solo il problema delle sanzioni, la guerra in Ucraina sta influenzando negativamente la Russia e in maniera indiretta tutte le imprese russe, anche in Italia. Così racconta Caludio Geraci il vice presidente di Isab-Lukoil, la raffineria siciliana posseduta dalla compagnia petrolifera russa tramite la società svizzera Litasco: «Qualcuno dice che non vuole comprare il prodotto perché è fatto con greggio russo, malgrado non ci sia una sanzione sul grezzo russo e Lukoil». La raffineria di Priolo immette sul mercato varie tipologie di carburanti: dalla benzina al gasolio, fino al jet-fuel.

Attualmente Isab occupa circa il 20 per cento della raffinazione italiana. La situazione, dice Geraci, «è in equilibrio, ma è complicata». Il vice presidente spiega: «Le sanzioni non riguardano il settore energetico, ma tramite la finanza e le tecnologie, tutti i settori vengono colpiti con un effetto trascinamento». Tuttavia «stiamo gestendo le difficoltà. L’operatività è ordinaria».

Proprio oggi è arrivato l’appello della casa madre contro la guerra. Il consiglio di amministrazione di Lukoil, il secondo colosso del settore petrolifero russo dopo la compagnia di stato Rosneft, ha lanciato un appello affinché si ponga «fine rapidamente» alla guerra in Ucraina. Lukoil diventa così la prima grande compagnia nazionale russa ad opporsi all'invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

«Sosteniamo una rapida fine del conflitto armato e sosteniamo pienamente la sua risoluzione attraverso un processo di negoziazione e mezzi diplomatici», ha scritto il cda di Lukoil in una nota. Nel frattempo il sito internazionale di Lukoil è vittima di un attacco hacker.

Le paure degli operai

Nei giorni scorsi gli operai della raffineria avevano espresso le loro preoccupazioni. «L'azienda ci ha rassicurato dicendoci che la Lukoil è gestita in Sicilia dalla Litasco, che sarebbe il loro partner commerciale, che fa capo ad una sede svizzera» ha detto Sebastiano Accolla, segretario generale della Uiltec . La Litasco infatti gestisce la vendita dei prodotti, aveva spiegato Accolla e stando a quanto riferito dall'azienda, visto che la gestione è svizzera, Lukoil non dovrebbe subire le sanzioni imposte alla Russia neanche successivamente.

La preoccupazione comunque «è che le sanzioni possano fermare la produzione della raffineria siciliana. Si tratta di una raffineria a circuito chiuso - prosegue - produciamo anche energia elettrica con i materiali di scarto, questa energia viene messa poi a disposizione degli acquirenti che ne fanno richiesta». Nella sede di Priolo «lavorano circa mille dipendenti, in più ci sono anche altre 2500 persone dell'indotto, che si occupano della manutenzione degli impianti. Sarebbe un vero disastro» aveva detto il segretario Uiltec.

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