Il quotidiano New York Times scrive che i funzionari della Difesa e dell’Intelligence statunitensi hanno avuto diverse ore di colloquio con i membri del Congresso Usa per illustrare la portata che assumerebbe un’offensiva russa. Secondo quanto riferito dall’amministrazione Biden, la Russia ha già schierato il 70 per cento delle forze necessarie.

  • Sulla base delle immagini satellitari e delle comunicazioni tra le forze russe, i funzionari americani hanno osservato che la Russia avrebbe assemblato il necessario per intraprendere quella che costituirebbe «la più grande operazione militare terrestre in Europa dal 1945». La scorsa settimana, secondo le stime americane, Putin avrebbe già schierato il 70 per cento delle forze necessarie per portare a termine un'invasione su larga scala e prendere l'intero paese. Al confine con l’Ucraina ci sarebbero oltre 110.000 soldati russi, e altri gruppi si starebbero muovendo verso la frontiera. 
  • Se il presidente russo Vladimir Putin scegliesse di invadere l’Ucraina, «potrebbe rapidamente circondare e prendere Kiev, la capitale» che cadrebbe entro un giorno, con la conseguente rimozione del presidente del paese, Volodymyr Zelensky. L'invasione potrebbe provocare migliaia di vittime. In particolare potrebbero perdere la vita «da 25mila a 50mila civili». Mentre tra i militari, le perdite andrebbero da 5mila a 25mila, per l’ Ucraina e tra le 3mila e le 10mila vittime per la Russia. L'invasione, potrebbe anche comportare da un milione a cinque milioni di rifugiati, molti dei quali si riverserebbero in Polonia.
  • La Russia ha replicato alle dichiarazioni americane parlando di allarmismo. Il vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, ha commentato in un tweet: «La follia e l'allarmismo continuano. ... e se dicessimo che gli Stati Uniti potrebbero impadronirsi di Londra in una settimana e causare la morte di 300.000 civili?».  Il Washington Post fa sapere che anche un deputato russo del partito di Putin, Artem Turov, è intervenuto sulla questione, accusando gli Stati Uniti di diffondere informazioni false e di «fare tutto il possibile per alimentare un nuovo conflitto». 

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