Ginevra Errico ha fatto il percorso inverso di molti. Dal Nord ha scelto la Puglia. Dove con il compagno ha dato vita alla cooperativa su un terreno in un paese che si sta svuotando
Quanto tempo servirà? Ho la babysitter che va via tra un’ora». Quando risponde al telefono Ginevra Errico è circondata dalla campagna salentina. Si trova a San Vito dei Normanni, nella provincia di Brindisi, dove è arrivata nel 2017. Si è trasferita qui da Livorno, dopo essersi laureata in Economia e Commercio con una specializzazione in Management dell’Economia Sociale.
In un’Italia dove spesso il futuro sembra viaggiare su un treno diretto da Sud a Nord, c’è chi ha scelto di invertire la rotta. Ginevra Errico è una «migrante al contrario», ha scelto il Sud, quello che dal 2001 al 2023 ha perso 730mila residenti, e ha lasciato il Nord.
Sono 127 mila le persone che hanno cambiato residenza da un comune del Centro-Nord verso uno del Sud, nel biennio 2022-2023 (dati Istat). Perché a volte il vero cambiamento non si trova dove tutti guardano, ma dove pochi hanno il coraggio di tornare o, per alcuni, di ricominciare.
Ginevra aveva 26 anni quando lo ha deciso. «Volevo fare qualcosa che avesse un impatto sociale concreto. In facoltà abbiamo conosciuto il project manager dell’Ex Fadda, laboratorio urbano di San Vito dove, poco tempo dopo, ho svolto il mio primo tirocinio. Ascoltando la sua esperienza, ho iniziato a immaginare la possibilità concreta di trasferirmi in Puglia. Non volevo fare qualcosa solo per avere uno stipendio ma qualcosa che potesse avere un impatto reale sul territorio».
Il punto di svolta per Ginevra è arrivato nel 2017, con la pubblicazione di un bando per l’affidamento di terreni confiscati alla mafia. In Italia, sono circa mille le realtà, tra cui associazioni e cooperative sociali, che gestiscono beni confiscati, attivando processi di sviluppo locale. Trasformano beni legati alla criminalità organizzata in imprese per il bene collettivo.
Per Ginevra e il suo compagno è stata l’occasione per dare concretezza a un sogno che non parla solo di lavoro, ma di impatto, comunità e cambiamento. «Ricordo benissimo la prima passeggiata in mezzo a quegli ettari di terreno lasciato a se stesso. C’erano solo ulivi abbandonati, viti non potate da anni, nemmeno un bagno. Mi sono chiesta: “ma da dove si parte?”».
Cinquanta ettari di terra, dodicimila ulivi, sedicimila tralci di vigna e una sfida. «Non avevo nessuna esperienza agricola ma molta voglia di imparare».
Nuova vita
Prima di mettere piede nei campi, Ginevra era arrivata a San Vito per fare un’esperienza di tirocinio e lavoro nel centro culturale e polo d’innovazione sociale, Ex Fadda. «Ricoprivo il ruolo di community manager, collaborando con una rete di oltre venti associazioni locali, organizzavamo eventi, e supportavamo giovani con idee da incubare e progetti da realizzare».
Anche grazie al sostegno di un ulteriore bando pubblicato da Fondazione Con il Sud, realtà non profit che dal 2006 costruisce percorsi di sviluppo e coesione sociale nel Mezzogiorno, il progetto di Ginevra e il suo compagno è diventato una realtà concreta e oggi molto avviata.
Si chiama XFarm agricoltura prossima, cooperativa che sviluppa economia sociale, con dodici persone coinvolte stabilmente tra gestione agricola e progettazione culturale. «Ridare slancio ai processi di rigenerazione del Sud Italia, provando a contrastare il fenomeno dello spopolamento», è il target strategico delle attività della Fondazione Con il Sud per il triennio 2025.
L’organizzazione ha appena pubblicato un nuovo bando dedicato ai beni confiscati. «Il nostro approccio operativo sarà di tipo olistico per restituire una visione di insieme dei vari interventi», ha spiegato il direttore generale, Marco Imperiale.
«Con circa 60 milioni di euro nel triennio, stanziati dalle fondazioni di origine bancaria, saranno avviati bandi e iniziative per la valorizzazione dei beni storico-artistici, dei beni ambientali, dei beni confiscati alle mafie, per il sostegno alle attività socio-sanitarie per incoraggiare l'accoglienza e la permanenza di studenti stranieri in territori con alti tassi di spopolamento».
Anche se nell’ultimo biennio il Pil del Sud è cresciuto più delle regioni del Centro Nord, non è stata la stessa cosa per la qualità della vita e quindi dei servizi forniti ai cittadini, dall’assistenza medica alle infrastrutture. Anche per questo, il rapporto Svimez-Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, stima che nel 2080 il Sud avrà perso 8 milioni di abitanti contro i 5,2 milioni del Centro-Nord. E le persone ne sono consapevoli.
I dati raccolti da Demopolis per Fondazione Con il Sud lo sottolineano: sei italiani su dieci ritengono che oggi lo spopolamento del Paese sia un fenomeno da affrontare con priorità assoluta.
«Siamo un’azienda agricola, ecologia e sociale che ha l’obiettivo di creare lavoro e opportunità per la comunità ma anche sostegno all’ecosistema», dice Errico. «Per esempio abbiamo innestato oltre diecimila piante e siamo stati tra i primi in Puglia, nel 2022, a dare a vita a un sistema agroforestale».
Il primo prodotto realizzato da XFarm è stato l’olio Manifesto. «È la prima cosa che abbiamo raccolto quando siamo arrivati nel terreno e ancora oggi continuiamo a raccogliere quelle olive e a produrre olio.
Oggi Ginevra vive insieme al suo compagno Marco e i loro due figli in campagna. E la città non le manca. «Quando sono arrivata qui, in generale ero in un paese del Sud Italia in via di spopolamento che ha sulla carta quasi diciottomila abitanti, ma realmente siamo dodicimila, con pochi ragazzi della mia età, tra i 20 e i 30 anni. Non è stato tanto il Sud a stordirmi quanto forse la dimensione del paesino».
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