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Us Open, la sconfitta di Sinner contro Zverev non è un fallimento

Vincere o fallire: sembra questa la sorte assegnata dal popolo a Jannik Sinner, eliminato la scorsa notte dagli Us Open negli ottavi di finale per mano di Alex Zverev. Una lotta di quasi cinque ore persa con il punteggio di 6-4 3-6 6-2 4-6 6-3. Per quale ragione un ragazzo poco più che ventenne e già nella élite mondiale deve essere costretto a trionfare in ogni Slam cui è iscritto, pena la rubricazione della sua prestazione a fallimento?

Jannik Sinner, il tennista cui il popolo ha affidato il leggiadro incarico di far sbiadire le imprese di Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta – compito mai chiesto a quarant’anni di atleti che, negli Slam, ci avevano abituati a percentuali di sopravvivenza da trote nei laghetti – è stato eliminato dall’ultimo torneo Slam della stagione negli ottavi di finale, battuto in cinque set di corse e sudate amazzoniche da Alex Zverev. Quattro ore e quaranta minuti di battaglia e un punteggio – 6-4 3-6

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