A Ferrara, il nuovo feudo leghista di Matteo Salvini, ha ripreso piede il caso politico che vede coinvolto il vicesindaco Nicola Lodi. Eletto nel 2019 e braccio destro del sindaco leghista Alan Fabbri, Lodi, meglio conosciuto come Naomo, vive in un alloggio popolare che gli è stato assegnato nel 1996 insieme alla sua famiglia.

Prima di essere eletto lavorava come barbiere e percepiva un reddito che secondo l’Acer, Azienda casa Emilia Romagna, gli consentiva ad avere diritto all’abitazione, ma da vicesindaco percepisce circa 4.800 euro mensili di indennità che sono aumentati negli ultimi mesi dopo i nuovi provvedimenti del governo e sono in molti a chiedersi come mai Lodi risieda ancora in quella casa piuttosto che lasciare il posto a chi ne ha veramente bisogno.

Dopo la polemica il 2 febbraio l’Acer ha pubblicato un comunicato dichiarando che Naomo ha pieno diritto all’alloggio sulla base dei requisiti previsti dalla normativa. «Negli ultimi giorni si assiste su vari giornali locali ad un tentativo di speculazione politica negativa nei confronti di Acer, riguardo alla questione dell’alloggio di edilizia popolare occupato dal vicesindaco di Ferrara Nicola Lodi», si legge nella nota. «È di opportunità politica che bisognerebbe parlare, quando un rappresentante delle istituzioni, che percepisce un reddito di certo non basso se rapportato alla media, occupa un alloggio popolare. Ma fino a quando, per i meccanismi di calcolo dell’Isee, tale reddito rientra nei limiti di permanenza fissati dalla normativa, di certo Acer Ferrara non può, in spregio alle regole vigenti e valide per tutti gli assegnatari, promuovere un provvedimento di decadenza dall’assegnazione (che tra l’altro è di competenza del Comune!».

Non tutti, però, sono d’accordo. La consigliera Anna Ferraresi ha presentato un ordine del giorno lo scorso 31 gennaio sulla questione ma è stato bocciato in Consiglio comunale, con l’astensione del Partito democratico. E dopo al nota dell’Acer ha deciso di scrivere una replica per chiedere alcune spiegazioni: «Da giugno 2019 il vicesindaco Lodi inizia a percepire quasi 5.000 euro al mese, la moglie percepisce un reddito da alcuni anni, come il figlio convivente già da 2018. La moglie è proprietaria di un immobile (non un rudere), che è in fase di totale rifacimento. Una casa indipendente a tutti gli effetti». E domanda: «Sono venuta a conoscenza che una famiglia residente da 45 anni in un alloggio Acer, composta da marito con moglie (disoccupata), figlio e madre anziana disabile ha ricevuto ordine di sfratto. Per quale motivo?»

Anche Italia viva, nella figura di Luigi Marattin, è intervenuta sulla questione: «Non mi è chiarissimo come mai, dopo due anni e mezzo di ottimo stipendio, l’azienda comunale non metta in moto il processo di decadenza dai requisiti richiesti. In ogni caso c'è un piano di legittimità, e uno di opportunità: mantenendo quell'alloggio, Naomo toglie il posto a qualcuno che indubbiamente ne ha più bisogno».

La replica del vicesindaco

«Non ho mai detto di non volermene andare via», specifica Naomo contattato telefonicamente. «Ho iniziato i lavori di ristrutturazione di un immobile nel 2019 e a causa della pandemia procedono a rilento. La vera notizia è che tra quattro mesi lascio la casa in cui vivo ora», continua. C’è chi però gli contesta di essere rimasto nell’alloggio popolare quando poteva affittare un’abitazione privata ma Lodi si difende dicendo che ora di canone paga una cifra considerata da lui abbastanza alta pari a 600 euro al mese dopo l’adeguamento del contratto eseguito dall’Acer.

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