Dopo la denuncia di una studentessa erano partite le indagini che avevano fatto emergere altri casi di abusi del manager. Su di lui anche i sospetti di rapporti con esponenti mafiosi
Antonio Di Fazio è stato condannato a 15 anni e sei mesi di carcere per aver narcotizzato e violentato una studentessa 21enne. Con la scusa di uno stage aveva adescato la ragazza dell’università Bocconi. Nell’abitazione, dopo averla stordita con dosi di benzodiazepine, l’aveva fotografata nuda e violentata.
- L’imprenditore farmaceutico era stato arrestato nel maggio scorso dopo la denuncia della 21enne e con l’inizio delle indagini erano emersi altri quattro casi di ragazze abusate. Ma non solo. Anche l’ex moglie di Di Fazio lo aveva già denunciato 13 volte per violenze. Segnalazioni prima archiviate e riaperte solo dopo l’ultimo caso.
- Inizialmente la richiesta della procura di Milano, rappresentata dal pm Alessia Menegazzi e dall’aggiunto Letizia Mannella, era stata di nove anni di carcere. Ma la sentenza del gup di Milano Anna Magelli ha aumentato la pena a oltre 15 anni, considerando anche lo sconto di un terzo vista la scelta del rito abbreviato. Il giudice, inoltre, ha stabilito il risarcimento di 98mila euro nei confronti della giovane vittima di abusi.
- Su Di Fazio, però, non c’è solo la condanna per violenza sessuale. In parallelo all’inchiesta sugli abusi, infatti, erano emersi, da documenti dell’antimafia, rapporti con personaggi dei clan di camorra e della ‘ndrangheta. Domani aveva raccontato i legami tra l’imprenditore farmaceutico e nomi noti del crimine organizzato in Lombardia e Liguria.
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