Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato le nuove ordinanze sui cambi di colore delle regioni, sulla base dei dati e delle indicazioni del monitoraggio settimanale della cabina di regia. Passano in area arancione Friuli-Venezia Giulia e Veneto, mentre va in zona rossa la Campania.

Secondo il bollettino dell’Iss, commentato in conferenza stampa, in Italia è in corso una «notevole accelerazione dell’epidemia» di Covid-19 e l’indice Rt nazionale è salito ancora, arrivando a 1,06 (settimana scorsa era 0,99). 

Già in mattinata il passaggio del Veneto in zona arancione era stato annunciato dal presidente Luca Zaia. Anche la Calabria ha rischiato il cambio di fascia. La Lombardia è in zona arancione da lunedì e da oggi è passata in zona “arancione scuro” in seguito alla decisione del presidente Attilio Fontana di chiudere tutte le scuole. Anche il Piemonte, che sarà arancione, va in realtà verso l’arancione scuro. Ha rischiato il rosso l’Emilia Romagna, dove questa settimana è stata inserita in una zona rossa locale l’intera città di Bologna.

Lazio e Liguria rimangono invece gialle. L’entrata in vigore del nuovo provvedimento è prevista per lunedì prossimo, 8 marzo. Rimane intatta la possibilità per governatori di regione e sindaci di imporre ulteriori restrizioni a livello locale, a seconda dell’andamento del contagio.

L’Iss: «Riportare Rt sotto l’1 il prima possibile»

Nella conferenza stampa del venerdì il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, ha tracciato un quadro della diffusione del Covid-19 in Italia. «Cresce il numero dei contagi in quasi tutte le regioni. La variante inglese è largamente circolante come maggioritaria nel nostro paese. Il dato dell'Rt a 14 giorni mostra che il nostro Paese ha superato l'1, questa non è una buona notizia perché è un indicatore di crescita dell'epidemia e l'obiettivo a livello paese e di regioni e province autonome è riportarlo rapidamente sotto l'1. Quasi tutte le regioni hanno un Rt sopra l'1 anche se con il livello più basso dell'intervallo di confidenza in alcuni casi sotto l'1. È un dato molto importante e un segnale rilevantissimo di necessità di adozione tempestiva di misure di mitigazione a livello nazionale e anche a livello regionale».

«La variante brasiliana – ha detto invece Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute – era presente in più del 4 per cento dei ceppi isolati in Italia ma ci preoccupa un po' di più e bisogna fare uno sforzo maggiore per contenerla. Per questo come cabina di regia abbiamo invitato tutte le regioni dove è presente a implementare misure di restrizione e contenimento maggiori. Il momento è critico rispetto alla tendenza dell'epidemia ma possiamo intervenire tempestivamente anche dando impulso alla campagna vaccinale».

«È fondamentale – si legge nel bollettino dell’Iss – che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile». Per quanto riguarda il rischio nelle singole regioni, «si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumenta il numero di regioni classificate a rischio alto (sono sei - Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche), mentre ben nove regioni sono classificate a rischio moderato».

L’Rt regione per regione

Questi i dati sull’indice Rt di ciascuna regione dopo il monitoraggio settimanale: Abruzzo 0.96, Basilicata 1.16, Calabria 0.81, Campania 0.96, Emilia-Romagna 1.13, Friuli-Venezia Giulia 0.92, Lazio 0.98, Liguria 0.96, Lombardia 1.13, Marche 1.08, Molise 1.66, Piemonte 1.15, Provincia autonoma di Bolzano 0.75, Provincia autonoma di Trento 1.1, Puglia 0.93, Sardegna 0.67, Sicilia 0.79, Toscana 1.18, Umbria 0.79, Valle d'Aosta 1.21, Veneto 1.08.

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