Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lo ha negato fino a quando poi una bozza di ordine del giorno non è filtrata dal consiglio dei ministri. Il governo dunque sta ragionando di indire un concorso straordinario per l’ingresso in magistratura ordinaria, che dovrebbe essere riservato a specifiche categorie di operatori della giustizia: giudici onorari (che quindi non hanno fatto il concorso ordinario) e avvocati.

La notizia, ancora non confermata in un testo, ha messo in allarme la magistratura associata, che da tempo lamenta le carenze di organico ma è contraria ad un concorso che potrebbe abbassare le prerogative di ingresso di chi concorre visto che non sarà richiesta la frequentazione della scuola necessaria ad accedere.

Per questo, l’Anm ha annunciato che al vaglio c’è anche l’ipotesi di uno sciopero.

«Il reclutamento straordinario appare contro la Costituzione e soprattutto mina una della fonti della legittimazione della magistratura: l'accesso secondo concorso pubblico, serio e selettivo», ha detto il segretario di Area Giovanni Zaccaro.

Dello stesso parere anche la presidente di Unicost, il gruppo centrista, Rossella Marro: «L'ipotesi mina alle basi uno dei cardini dell'accesso alla magistratura. E' pericoloso avviarsi per questa strada in quanto concorso straordinario significa concorso semplificato con tutte le conseguenze in tema di dequalificazione della categoria». Marro ha anche ricordato come ci siano moltissimi giovani che stanno affrontando lo studio per la preparazione del concorso ordinario e si vedrebbero scavalcati.

L’Anm si mobilita

La notizia ha messo in agitazione anche l’Associazione nazionale magistrati, che sta anche preparando il suo congresso di Palermo, che si svolgerà il prossimo maggio. Il concorso straordinario sarà al centro dell'ordine del giorno della riunione del comitato direttivo centrale del fine settimana. 

La giunta ha ricordato che «Sono già in corso di svolgimento concorsi per 1300 posti» e «L'idea di bandire un concorso straordinario per circa 750 posti riservato ad alcune categorie, scelte ad arbitrio del Governo e senza adeguate garanzie selettive, avrà solo l'effetto di mortificare, in uno con la magistratura, il merito, l'impegno e la passione dei giovani laureati, di quanti hanno svolto stage di formazioni presso gli uffici giudiziari e di quanti si stanno impegnando nell'ufficio per il processo».

E ancora: «L'ordine giudiziario sarà privato di un presidio fondamentale della sua legittimazione, dato da un concorso serio, rigoroso e aperto, senza riserve, che dia la possibilità di accesso alla magistratura di tutti i cittadini». Tanto che, se l’ipotesi si concretizzerà «la Giunta esecutiva centrale dichiara fin d'ora lo stato di agitazione».

Contrarietà all’iniziativa del ministero è arrivata anche dagli avvocati dell’Anf, una delle associazioni più rappresentative. «Un concorso riservato non è mai un bene», ha detto il segretario Giampaolo Di Marco, «ognuno torni ai suoi ruoli ed in forma condivisa ricomponga nella sua naturale forma costituzionale la giurisdizione». Nell’avvocatura, però, le voci sono molte. C’è anche chi ha fatto notare come un magistrato che dismetta la toga può iscriversi all’ordine degli avvocati e patrocinare come difensore.

Le mosse di Nordio

Il fatto che il concorso straordinario sia tornato di attualità ha lasciato spaesata l’Anm, perchè proprio qualche giorno fa aveva incontrato su questo tema il ministro, dal quale erano arrivate ampie rassicurazioni sul fatto che «una prospettiva immediata di reclutamento straordinario fosse inesistente».

L’impressione è che la mossa venga ancorata alla necessità di attuare il Pnrr, ma il risultato sarebbe – secondo le toghe – quello di minare l’architettura del concorso in magistratura aprendo un pericoloso precedente.

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