- L’ex magistrato sul caso dell’anarchico in sciopero della fame, Alfredo Cospito: In passato anche alcuni detenuti per gli attentati dell’Ira sono morti in carcere a causa di scioperi della fame».
- «Ovviamente nessuno auspica che finisca così, tuttavia lo stato non può cedere ai ricatti».
- E sul 41bis: è uno strumento che «mostra ai criminali che contro lo stato sono perdenti».
Lo sciopero della fame non può essere un modo per ricattare lo Stato, è la posizione dell’ex magistrato Piercamillo Davigo. Il tema è tornato d’attualità perché il detenuto anarchico, Alfredo Cospito, condannato per strage e in carcere da dieci anni, sta digiunando da più di cento giorni per protestare contro il regime di carcere duro a cui è stato sottoposto e ora rischia la vita. «Non conosco nel dettaglio il suo singolo caso, ma constato che in passato anche alcuni detenuti per gli atte



