- Con la riforma Cartabia è venuta meno una delle cause di incandidabilità previste dalla cosiddetta legge Severino: anche chi ha patteggiato una pena può presentarsi alle elezioni, salvo il caso gli siano comminate pene accessorie.
- Una circolare del Viminale che, sulla scorta di un parere dell’Avvocatura dello stato, ha ribadito l’abrogazione implicita della norma sull’incandidabilità a opera della norma emanata sotto il governo Draghi.
- Non è dato sapere se da parte di Cartabia sia stato valutato ex ante l’effetto che la sua riforma avrebbe prodotto riguardo alla candidabilità anche di chi avesse patteggiato una pena. Se Nordio riterrà di non intervenire, ciò significherà che ha fatto proprie le conclusioni di chi l’ha preceduto a via Arenula.
In occasione delle elezioni amministrative del 26 marzo, dopo circa dieci anni, c’è stata una novità forse non chiara a molti: come precisato da una circolare Dipartimento per gli affari interni e territoriali del ministro dell’Interno, hanno potuto presentarsi alle elezioni anche i soggetti destinatari di una sentenza di patteggiamento («applicazione della pena su richiesta delle parti», art. 444 del codice di procedura penale), salvo quelli cui fossero state comminate pene accessorie. In altr



