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Nonostante i moniti del Colle durante l’estate e del ministro Nordio, la prorogatio del Csm uscente prosegue, pur coi 20 togati già eletti. Mancano ancora i 10 laici, la cui seduta di nomina è slittata a gennaio.
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Rinvio provvidenziale, secondo fonti politiche sia di maggioranza che di opposizione, perchè ancora non c’è accordo sui candidati da nominare. Intanto, 20 neo consiglieri togati continuano a lavorare nelle loro sedi.
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Nell’elenco pubblico, i 105 nomi sono tutti di “autocandidati”, il che vuol dire che nessun partito è ancora venuto allo scoperto con il suo candidato, sostenuto dalle 10 firme di due gruppi parlamentari.
Tutto rimandato al 2023, perchè il governo ha l’emergenza della legge di Bilancio da approvare e non si può perdere nemmeno una seduta, soprattutto per votazioni che si preannunciano complicate. È così che il parlamento in seduta comune per eleggere i 10 consiglieri laici del Consiglio superiore della magistratura è stato rinviato per la seconda volta: prima doveva essere in settembre, ma ha prevalso la volontà di far scegliere i laici al nuovo parlamento; poi era stato fissato il 13 dicembre,



