Cari lettori,

conclusa la lunga settimana quirinalizia con la conferma al Colle di Sergio Mattarella, riprende l’agenda ordinaria del governo e della giustizia.

Sul fronte politico, è stato fissato il calendario entro il quale la riforma dell'ordinamento giudiziario dovrebbe ritornare in aula. Su quello interno alla magistratura, invece, sta per riproporsi la questione rimasta sommersa in questi mesi legata alla presunta loggia Ungheria. A Brescia è cominciato il processo per rivelazione di segreto d'ufficio per cui sono indagati l'ex consigliere del Csm, Piercamillo Davigo e il pm di Milano, Paolo Storari. Le prossime settimane, dunque, saranno dense di avvenimenti.

Il processo di Brescia per Davigo e Storari

Quello che sta iniziando a Brescia si preannuncia un processo molto teso, dal quale emergeranno dettagli ancora mancanti sulla trasmissione indebita dei verbali sulla presunta loggia Ungheria, che ha infiammato la procura di Milano e il Consiglio superiore della magistratura.

Il gup di Brescia ha respinto l’istanza di celebrare l’udienza preliminare, in cui deciderà sul rinvio a giudizio degli indagati Piercamillo Davigo e Paolo Storari per rivelazione del segreto d’ufficio, a porte aperte. Ha invece accolto la costituzione di parte civile del consigliere del Csm, Sebastiano Ardita.
Storari è stato interrogato per circa tre ore il 3 febbraio, mentre Davigo verrà sentito il 7 febbraio per chiarire la loro versione dei fatti sulla circolazione dei verbali.

Nel processo, quindi, si incrociano alcune tra le vicende più imbarazzanti che hanno colpito la magistratura nell’ultimo anno: lo scandalo non ancora chiarito e l’esistenza o meno della loggia Ungheria; i veleni nella procura di Milano ai margini del processo Eni, nell’ambito del quale erano stato sentito l’avvocato Amara; lo scambio di informazioni coperte da segreto d’ufficio dentro il Csm, coinvolgendo anche la presidenza della Repubblica.

La storia ha ancora moltissime zone d’ombra, in cui le versioni dei protagonisti configgono. Nel corso dei prossimi mesi, la verità giudiziaria potrebbe far luce sui fatti.

Il discorso di Mattarella tocca anche la giustizia

«Un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia», ha detto davanti al parlamento il presidente Sergio Mattarella, aggiungendo che «è indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria».

Il testo della riforma dell'ordinamento giudiziario, però, è fermo perchè mai calendarizzato in cdm da palazzo Chigi. La piramide di responsabilità, infatti, arriva fino a Draghi e Mattarella ne è al corrente. Lì, infatti, è da cercare la ragione del fatto che il ddl non abbia ancora cominciato il suo iter di commissione vero e proprio, come ha fatto intendere anche il ministero della Giustizia, che sta attendendo il via libera del cdm al maxiemendamento.

Ora è corsa contro il tempo per approvare la riforma in tempo per le elezioni del prossimo Csm a luglio 2022, ma sembra già un'impresa impossibile.

Il calendario dei lavori sulla giustizia

L’ufficio di presidenza della commissione Giustizia ha stabilito il calendario dei lavori per le prossime settimane.

- Mercoledì 9 febbraio: ergastolo ostativo

- Da lunedì 14 febbraio: riforma del Csm (che dovrebbe arrivare in Aula a marzo).

Non è ancora chiaro che iter seguiranno gli emendamenti ministeriali. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, avrebbe incontrato Mario Draghi anche per sollecitare lo sblocco degli emendamenti, depositati a palazzo Chigi a fine dicembre e ancora mai approvati in consiglio dei ministri.

Ci sono ancora molti punti da chiarire e controversi sul fronte politico: dalla legge elettorale del Csm alle porte girevoli per i magistrati in politica.

In tutto questo, il tempo stringe ed è già una corsa contro il tempo sperare di approvare il ddl entro luglio, quando verrà rieletto il Csm. Altrimenti, il rischio è che il nuovo consiglio venga eletto con le vecchie regole.

Specializzazioni forensi

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso contro il “Regolamento per il conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista”, presentato da alcuni ordini degli avvocati.

La decisione conforta soprattutto le associazioni, che così vedono finalmente aperta la strada per la creazione delle specializzazioni forensi. La presidente dei giuslavoristi (Agi) Tatiana Biagioni spera che questo «sia l'ultimo capitolo di una lunga fase di polemiche» visto che la questione va avanti da anni all’interno della categoria e che «venga completato con urgenza e senza ulteriori indugi l'iter attuativo. Le specializzazioni possono rappresentare un cambio di passo anche per l'efficienza della Giustizia e la qualità dei servizi offerti alle cittadine e ai cittadini».

Green pass in tribunale

Il Tar del Lazio ha confermato la circolare del Ministero della Giustizia del 13 fennraio, che prevede l’obbligo del green pass rafforzato per l’accesso in tribunale degli avvocati sopra i 50 anni. La decisione è arrivata con decreto cautelare monocratico, mentre la trattazione collegiale la camera di consiglio è fissata per il prossimo 23 febbraio. 

La Consulta sulla pena pecuniaria

La Corte costituzionale ha affermato che il minimo giornaliero per trasformare la pena detentiva in pena pecuniaria, fissato a 250 euro, era troppo alto. Per questo ha stabilito con una decisione un nuovo minimo in 75 euro, parametrandolo sulla normativa in materia di decreto penale di condanna. Inoltre ha ritenuto che “le pene pecuniarie non sono equiparabili a quelle detentive, perché la loro gravosità dipende dalle disponibilità economiche del singolo condannato”. 

Carcere: Petralia va in pensione

Bernardo Petralia, attuale capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha chiesto al Csm il pensionamento anticipato. «E’ arrivato il momento di dedicare priorità e tempo alle esigenze familiari», ha scritto in una nota, visto che è diventato nonno quattro mesi fa. 

Petralia avrebbe potuto rimanere in servizio ancora un anno, fino ai 70 anni. A lui è subito arrivato un «affettuoso ringraziamento» dalla ministra Marta Cartabia.

Fori

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e i presidenti dei tribunali hanno incontrato la ministra Cartabia per discutere dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, che rischiano la chiusura.

Nomine

Il Cdm, Vista la deliberazione del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, ha deliberato la promozione a Presidente di Sezione della Corte dei conti, a decorrere dal 21 dicembre 2021, dei Consiglieri Paolo Evangelista, Angelo Bax, Massimiliano Minerva, Giuseppe De Rosa, Giuseppe Tagliamonte, Giacinto Dammicco, Luigi Impeciati, Grazia Bacchi, Daniela Acanfora, Ugo Montella, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi e Franco Massi;

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