Nessun tema divide in modo trasversale il parlamento come le intercettazioni, tra chi  – come Forza Italia e i centristi di Azione e Italia viva – vuole ridurle e chi invece le considera presidio di giustizia da mantenere nella forma attuale.

Con un’incognita in più rappresentata dal ruolo del ministro della Giustizia, Carlo Nordio: sulla carta garantista e sostenitore della loro riduzione, nei fatti proponente decreti che le estendono.

In questa contraddizione sta crescendo lo scontro in maggioranza, che vede da una parte Forza Italia e dall’altra Lega e Fratelli d’Italia, che in questa fase di governo sono restii ad aprire nuove ragioni di scontro con la magistratura.

Il Senato

La questione è deflagrata in settimana su due piani diversi ma collegati, uno alla Camera e l’altro al Senato. Al Senato, infatti, è andata in approvazione la relazione conoscitiva promossa dalla commissione Giustizia, guidata da Giulia Bongiorno e prodromica all’annunciato disegno di legge Nordio sul tema, che proprio dal Senato dovrebbe cominciare il suo iter quando il testo sarà pronto (ma senza indicazioni sui tempi).

La relazione finale, però, ha previsto un passaggio introdotto «con un vero e proprio colpo di mano», secondo i senatori dem che lo hanno ampiamente criticato e che affronta il tema dei Trojan, ovvero i virus spia che infettano i dispositivi informatici e che sono anche lo strumento più invasivo.

In questo passaggio finale si legge che «alla luce di quanto esposto consegue l’opportunità di un supplemento di riflessione sulle modalità e condizioni di utilizzo del Trojan per reati di minore gravità».

La Camera

Molto più belligeranti invece sono stati i toni in commissione Affari costituzionali e Giustizia alla Camera, dove lo scontro si è invece consumato dentro la maggioranza sul decreto Omnibus in materia di giustizia. 

Forza Italia, infatti, ha prima presentato e poi ritirato un emendamento sui trojan, ottenendo però l’apertura del governo a tre emendamenti degli azzurri sulle intercettazioni e l’impegno di Nordio al riordino sull’utilizzo dei trojan.  

Tutto nasce dal testo approvato nell’ultimo cdm prima della pausa estiva, che prevedeva la riduzione della portata degli effetti della sentenza 34985 di Cassazione, che circoscriveva la nozione di criminalità organizzata e l’utilizzo delle intercettazioni dichiarando illegittime le intercettazioni disposte nei confronti di un imputato che non era accusato direttamente di associazione mafiosa, bensì di un reato ad aggravante mafiosa. L’obiettivo del dl era di prevenire l’estensione di questa inutilizzabilità e dopo l’allarme lanciato da alcune procure.

In questa sede, FI ha tentato il blitz con una serie di emendamenti, di cui quello cardine prevedeva la limitazione delle intercettazioni ambientali e l'uso del Trojan solo ai reati di mafia e terrorismo, droga e traffico di migranti, eliminandolo per altri reati come quelli contro la Pubblica Amministrazione.

Su questo è nato un duro braccio di ferro con il governo: FdI era fermamente contraria e si è arrivati al punto in cui si è materializzato il rischio che il governo desse parere contrario a un emendamento della sua stessa maggioranza.

Alla fine, l’intesa raggiunta ha fatto sopravvivere gli emendamenti che stringono leggermente le procedure per l'autorizzazione all'utilizzo dei trojan (fissando che il decreto del gip dovrà “esporre una valutazione autonoma” sulle ragioni dell’autorizzazione e la necessità dovrà essere “concreta”). Scompaiono inoltre dai verbali le conversazioni ritenute irrilevanti, che non saranno più trascritte neanche sommariamente e anzi saranno coperte da omissis.

Infine, verrà limitato l’uso delle intercettazioni in altri procedimenti, previsto solo a quelli per i reati per cui è previsto l'obbligo di arresto in flagranza (non quindi quelli contro la pa e di droga), inoltre il pm dovrà indicare nel foglio delle notizie le spese sostenute per le intercettazioni. Quest’ultimo è un emendamento non di FI ma di Enrico Costa, di Azione, da sempre attentissimo in questa materia e capace di mettere in difficoltà la maggioranza.

Un clima teso

A chiudere temporaneamente lo scontro, però, è stata la concessione di Nordio, sottolineata dal capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli; «Noi abbiamo limitato all'essenziale questi emendamenti perché c'è una presa di posizione precisa del ministro Nordio che da qui a breve presenterà una proposta che rielabora l'utilizzo delle intercettazioni e dei mezzi di captazione».

Il testo ora è atteso in aula martedì 26 settembre e il governo è intenzionato a chiedere il voto di fiducia.

Le opposizioni

La partita, però, non è chiusa. Intuendo i contrasti in maggioranza e volendo incunearsi nelle divergenze tra FI e FdI, Italia Viva ha fatto sapere che «ripresenteremo noi gli emendamenti forzisti sui trojan, che sono stati ritirati. Siamo convinti che quella sulla Giustizia sia una battaglia fondamentale per il Paese. Italia Viva sul tema del garantismo c'è, e ci metterà il coraggio che è mancato a Forza Italia», ha detto la senatrice Raffaella Paita.

Eppure, a fare da garante alle posizioni di Forza Italia è intervenuto il viceministro forzista Francesco Paolo Sisto. Avvocato e probabile regista dell’operazione di inasprimento dei contrasti per poi ottenere un risultato concreto negli emendamenti che hanno ottenuto parere positivo, ha poi trovato la quadra per ristabilire l’ordine: «Nessuno mette in dubbio la validità delle intercettazioni come metodo di ricerca della prova, ma Forza Italia vuole evitare che si trasformino in un elemento ingiustificatamente invasivo della riservatezza di ciascun cittadino. L'emendamento di Forza Italia che evita la pratica delle intercettazioni a strascico raccoglie peraltro la sensibilità di molti giuristi, ripristinando le regole dettate dalle Sezioni unite della Cassazione».

La sensazione, tuttavia, è che sulle intercettazioni gli orientamenti in maggioranza siano poco condivisi, con il risultato che il lavoro di Nordio sarà ancora più in salita: eletto con FdI, fino ad oggi ha avallato ogni allargamento nell’utilizzo di questo strumento, ma con la conseguenza di smentire se stesso e le sue posizioni storiche. Ora che è atteso un suo testo sui trojan, al guardasigilli spetterà trovare l’equilibrio per conciliare queste due anime.

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