L’aula di Montecitorio, con una convocazione insolita rispetto alla prassi per le 9.30 del venerdì mattina, era tutta per il ministro Guido Crosetto. A sottolineare l’eccezionalità del caso, Crosetto ha deciso di rispondere in prima persona all’interpellanza urgente in tema di giustizia, promossa dalle opposizioni e in particolare dal deputato di più Europa, Benedetto Della Vedova, invertendola con quella sul Medio Oriente che slitta di qualche giorno.

Obiettivo della giornata: chiudere – almeno temporaneamente – lo scontro tra il governo e la magistratura associata, acceso proprio da lui con una esplosiva intervista in cui parlava di «opposizione giudiziaria» da parte di alcuni gruppi di magistrati.

La volontà di spegnere il focolaio ha avuto una regia da palazzo Chigi, che già giovedì aveva spinto nella stessa direzione il guardasigilli Carlo Nordio, il quale si era schierato con Crosetto in una intervista altrettanto esplosiva. Anche il guardasigilli, davanti al plenum straordinario del Csm, ha scelto toni concilianti, tralasciando dalla sua relazione la separazione della carriere. Il tutto, sotto l’occhio attento del Quirinale, che presiede anche il Csm e ha seguito con attenzione l’aumentare del livello di scontro e ha accolto positivamente la distensione.

Anche Crosetto, quindi, si è allineato alla volontà di Giorgia Meloni di chiudere lo scontro, e ha ammesso: «Tornassi indietro, non lo farei». Tuttavia, in aula non ha rinunciato a proporre le sue ragioni.

Fiducia nelle toghe

«Ho totale fiducia nella magistratura», ha detto il ministro, sostenendo che in questi giorni ci sia stato un «tentativo di mistificazione delle mie parole». Crosetto, infatti, si è sentito vittima di «un plotone di esecuzione ad personam, cui non ho neanche risposto: trasmissioni, insulti, interpretazioni malevole delle parole». Se questo approccio non gli ha risparmiato critiche di vittimismo da parte del leader Cinque stelle, Giuseppe Conte, il ministro ha poi proceduto a ridimensionare la portata delle sue dichiarazioni.

In sostanza, incalzato da Della Vedova, ha riformulato il concetto espresso nell’intervista, dicendo di non aver mai fatto riferimento a incontri segreti di magistrati, né di aver adombrato cospirazioni, ma solo di essere venuto a conoscenza di «riunioni di correnti della magistratura» e, «da cittadino», li ha considerati gravi. Il riferimento torna ad essere quello al convegno di Palermo organizzato dal gruppo progressista di Area, che pure Crosetto non ha voluto citare direttamente in aula. Per Crosetto, il senso dell’intervista sarebbe stato di dire che «chi ha responsabilità costituzionali deve essere terzo», ha spiegato con un parallelo con quanto da lui stesso sostenuto anche in occasione del caso del generale Roberto Vannacci.

Tuttavia, ha ribadito: «Io non ho attaccato e non attaccherò mai la magistratura. Quando c'è stata la necessità di rivolgermi a un magistrato per denunciare dei fatti gravi, l'ho fatto», ha ricordato, riferendosi al suo esposto su presunti dossieraggi a suo carico.

Insomma, un passo indietro sì rispetto a quelle che alle orecchie della magistratura associata sono suonate come accuse gravissime, ma Crosetto ha mantenuto il punto sulla necessità che i poteri esecutivo e giudiziario rimangano ognuno nei suoi argini.

Le repliche

Sul fronte politico, la maggioranza vuole considerare chiusa la polemica con un acquietamento anche di Forza Italia, che inizialmente aveva cavalcato lo scontro come la dimostrazione di come la riforma della separazione delle carriere sia quanto prima necessaria.

Su quello dei magistrati, invece, il clima continua ad essere teso. A rispondere a Crosetto, infatti, è intervenuto il segretario di Magistratura democratica, Stefano Musolino, visto che anche il suo gruppo associativo è stato coinvolto nello scontro. «Crosetto ci assimila ai prefetti e ai generali», ha detto riferendosi al parallelo con Vannacci, «ma la funzione della magistratura è quella di tutelare i diritti fondamentali anche quando le maggioranze contingenti li mettono in pericolo».

Parole che hanno irritato moltissimo Crosetto, il quale aveva sperato di chiudere la questione con l’intervento alla Camera e di interrompere il botta e risposta con le toghe, come auspicato dalla premier. Eppure, ai suoi ha confidato di sentirsi «turbato» per questa nuova «aggressione gratuita e ingiustificata» e di considerare «arrogante ed offensiva quanto gratuita la replica di Musolino».

Tuttavia, prossimamente dovrebbe svolgersi anche l’incontro con i vertici dell’Associazione nazionale magistrati, annunciata nei giorni scorsi e interpretata anche dal Quirinale come un giusto gesto distensivo, soprattutto da parte di un ministro come Crosetto che a Mattarella è sempre stato vicino.

Del resto, palazzo Chigi è da settimane in allerta sul fronte della magistratura: il momento storico è delicato, con il rinvio a giudizio del sottosegretario Andrea Delmastro, di cui le opposizioni chiedono con forza le dimissioni, ma anche con le pratiche aperte sulla ministra Daniela Santanchè e sul sottosegretario Vittorio Sgarbi. Guai, questi, che nessun chiarimento in parlamento non sarà sufficiente a risolvere.

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