Il termine per la presentazione delle candidature è scaduto alle 10 di oggi e adesso la lista dei nomi per i prossimi dieci consiglieri laici del Consiglio superiore della magistratura è chiusa.

Un accordo preliminare tra maggioranza e opposizione anche, a quando risulta da fonti parlamentari. 

Il Pd ha accettato la divisione di 7 laici al centrodestra e 3 alle opposizioni, uno per il Pd, uno per il terzo polo e uno per il Movimento 5 Stelle. «A patto che si rispettino le quote di genere», è la spiegazione dei dem, che ne chiedevano 2 e un rapporto numerico di 6 a 4 tra maggioranza e opposizione, secondo le dimensioni dei gruppi parlamentari.

Proprio questo rischia di essere l’impedimento vero: «Ora aspettiamo i nomi del centrodestra», è infatti il commento dei dem.

I nomi ora ci sono: il Pd ha indicato il costituzionalista dell’università di Pisa, Roberto Romboli, scelto in quanto tecnico d’area ma senza legami con la politica, mentre per ora il centrodestra ha presentato i nomi di Enrico Aimi per Forza Italia, Fabio Pittelli per la Lega e Giuseppe Valentino per Fratelli d’Italia, tutti con le firme parlamentari di tutti e tre i gruppi.

Accanto a loro, Fratelli d’Italia avrebbe indicato le avvocate Daniela Bianchini, Rosanna Natoli e Isabella Bertolini. La Lega, invece, punta sull’avvocata di Matteo Salvini, Claudia Eccher, portando a quattro le donne.

Per quanto riguarda le opposizioni, il Movimento 5 Stelle ha individuato il professore fiorentino Michele Papa, ordinario di diritto penale.

Il terzo polo, un po’ a sorpresa, ha invece scelto l’ex deputato del Pd e poi passato a Italia Viva, Ernesto Carbone. L’unico ex parlamentare non rieletto, che ha fatto storcere il naso a più di un gruppo.

Il centrodestra litiga ancora

Se l’accordo sui sembra chiuso, la ripartizione dei posti dentro il centrodestra ha creato molti malumori.

Fratelli d’Italia ha rivendicato 4 posti, la Lega 2 e così Forza Italia è rimasta a quota un solo laico, con conseguente rabbia dei parlamentari del partito di Silvio Berlusconi, che viene nuovamente penalizzato nel rapporto con gli alleati, come già stato nella scelta dei ministri.

Il vicepresidenteTra i

Con la decina di nomi individuata di massima condivisa tra i gruppi parlamentari, l’elezione potrebbe andare a buon fine già al primo tentativo.

I parlamentari voteranno su un’unica scheda e dovrebbero esprimere 10 preferenze, verranno eletti solo i candidati che raggiungeranno il quorum di tre quinti. 

Poi, una volta eletti i laici, scatterà la corsa per individuare tra di loro il vicepresidente, che verrà eletto però dal plenum del Csm, che vede una maggioranza di 20 togati (più i due di diritto, il presidente della Cassazione e il procuratore generale della Cassazione).

Tra i nomi della decina, i più titolati almeno per curriculum sono i due professori delle opposizioni: il costituzionalista Romboli proposto dal Pd e il penalista Papa del M5S.

Tuttavia, bisognerà capire come si orienteranno i togati, tra i quali l’ago della bilancia è la corrente conservatrice di Magistratura indipendente con 7 eletti. Se sceglieranno il criterio politico, saldandosi con la maggioranza di centrodestra, i due papabili per la vicepresidenza sarebbero Valentino di FdI o Pinelli della Lega, entrambi avvocati.

Il vicepresidente, che ha un ruolo operativo ma è anche il legame con il presidente della Repubblica che presiede il Csm, sarà un ruolo determinante nella prossima consiliatura, che si preannuncia complicata.

Alle porte, infatti, c’è la riforma dell’ordinamento giudiziario anticipata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con la separazione delle carriere.

L’interrogativo per i togati, allora, sarà di individuare un vicepresidente che sia in grado di porsi come interlocutore ma anche come argine rispetto al ministero. Per questo, oltre che per i titoli, potrebbe venir valutata l’opzione di sceglierlo tra i laici espressi dalla minoranza parlamentare.

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