Franco Frattini è il nuovo presidente del Consiglio di Stato. La sua nomina è stata decisa all’unanimità dal plenum del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa e verrà formalizzata con una delibera del Consiglio dei ministri e un decreto del Presidente della Repubblica.

La nomina segue la designazione dell’attuale presidente, Filippo Patroni Griffi, come giudice della Corte costituzionale in quota Palazzo Spada.

L’avvicendamento tra i due avverrà a fine gennaio: Patroni Griffi prenderà il posto dell’attuale presidente della Consulta, Giancarlo Coraggio, che termina il suo mandato, e Frattini diventerà il vertice del Consiglio di Stato.

Prassi, infstti, vuole che l’incarico al Consiglio di Stato venga assegnato in base al criterio primario dell’anzianità di servizio e Frattini –  deputato per tre legislature, due volte ministro degli Esteri dei governi Berlusconi e commissario europeo per la Giustizia – ha iniziato la sua carriera a palazzo Spada nel 1986, a 28 anni, per concorso.

Il conteggio degli anni di carriera non si interrompe nel caso in cui si venga collocati fuori ruolo per altri impegni, come quelli politici.

Proprio sulla base di questo criterio, lo scorso anno era stato nominato presidente aggiunto.

L’ascesa di Frattini

L’incarico al vertice di  Palazzo Spada è tra i più prestigiosi (e ben remunerati) da poter raggiungere. Proprio la finestra di avvicendamento con Patroni Griffi – Frattini è rimasto appena un anno presidente aggiunto – ha convinto l’ex ministro del centrodestra a rimanere nei ranghi della magistratura amministrativa.

Per lui, infatti, sarebbero state possibili anche nuove strade politiche: tra i palazzi romani si vociferava di una sua possibile candidatura per il centrodestra a sindaco di Roma.

Invece, Frattini ha preferito rifiutare prospettive politiche dall’esito incerto, per rimanere in Consiglio di Stato e aspettare la certa alternanza dovuta all’anzianità di servizio.

Il Quirinale

Considerato un “primo della classe”, secondo fonti del centrodestra il suo nome era circolato come nome nascosto per il Quirinale, sponsorizzato come candidato bipartisan e istituzionale, esattamente il profilo che potrebbe essere accolto anche dal centrosinistra.  Certamente questa nomina lo rende meno probabile ma non lo esclude dalla corsa, proprio perchè è avvenuta con criteri oggettivi di anzianità.

Esattamente come sarebbe per Giuliano Amato, che all’uscita di Coraggio dalla Corte costituzionale verrà con tutta probabilità nominato nuovo presidente della Consulta, proprio nei giorni in cui si vota al Quirinale.

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