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Le nomine delicate di Roma, Milano e della direzione nazionale Antimafia saranno le ultime con le attuali regole, prima delle novità “anticarrierismo” previste dal ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario.
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Si tratta di un gioco a incastri, perchè i candidati in queste procure sono gli stessi e le tre nomine rischiano di avvenire una a ridosso dell’altra. Questo, però, non sarà più possibile sulla base della riforma.
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La proposta contenuta nella relazione dei tecnici e che il ministero della Giustizia dovrebbe a breve trasporre in un maxi-emendamento da presentare in commissione, infatti, prevede cambiamenti significativi nelle regole irrigidendo i criteri di nomina.
È tempo di nomine al Consiglio superiore della magistratura, e tutte spinose. I posti di chiave da riempire sono tre: sono vacanti la procura di Roma, ancora immersa nei postumi del caso Palamara, e la procura di Milano, orfana di Francesco Greco ed epicentro dello scontro all’ombra del processo Eni; il vertice della procura nazionale Antimafia, invece, sarà lasciato a febbraio 2022 da Federico Cafiero de Raho. Tre nomine di peso, strettamente connesse una con l’altra e che producono consegu



