Sulla scia del modello ungherese, la destra aspira a riabilitare un rapporto primo-novecentesco tra politica e giustizia, che sottoponga a vaglio governativo l’azione dei giudici e restituisca preminenza normativa alla legislazione nazionale. Questa fascinazione nostalgica si traduce sempre più in progetti di riforma illiberale dei sistemi di giustizia
Il governo Meloni vuol ripristinare un’idea piuttosto datata del rapporto tra politica e giustizia: il parlamento sovrano fa le leggi, i tribunali si limitano ad applicarle. Secondo questa concezione d’antan, i giudici, non legittimati dal suffragio popolare, non solo non potrebbero valutare le leggi, ma dovrebbero persino astenersi dal commentarle. Dovrebbero quindi agire da distaccati e macchinici applicatori. A complicare il quadro c’è una delle tendenze tipiche delle democrazie esecutive, qu



