Dopo un iter di approvazione lungo e farraginoso e un ritardo di quattro mesi dalle previsioni del Pnrr, la riforma dell’ordinamento giudiziario arriverà in aula alla Camera.

L’esame del testo si è concluso in commissione dopo giorni di scontri e un lavoro proceduto a rilento, ma la maggioranza è riuscita a rispettare la scadenza di calendario fissata per il 19 aprile.

La riforma, per come è ora formulata, ha trovato il difficile accordo tra tutti i partiti della maggioranza ad eccezione di Italia Viva, che ha annunciato l’astensione. Salvo sorpresa, dunque, non ci dovrebbe essere il rischio di tranelli nel voto d’aula.

La magistratura associata, invece, si sta opponendo fermamente e ormai lo sciopero è quasi certo: era stato così anche nel 2005, alla viglia della precedente riforma dell’ordinamento giudiziario poi approvata nel 2006 dal ministro della Giustizia Roberto Castelli, durante il governo Berlusconi.

Il ddl sull’ordinamento giudiziario contiene una parte di legge delega al governo e un’altra di norme immediatamente applicative.

Il fascicolo del magistrato

La riforma ha dato il via libera all’introduzione del fascicolo per la valutazione del magistrato, che contiene “per ogni anno di attività i dati statistici e la documentazione necessaria per valutare il complesso dell'attività svolta, inclusa quella cautelare, sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo, la tempestività nell'adozione dei provvedimenti, la sussuistenza di caratteri di grave anomalia in relazione all'esito degli atti e dei provvedimenti nelle successive fasi di giudizio".

Sulla base di questo fascicolo diventerà uno strumento essenziale sia «ai fini delle valutazioni di professionalità» e quindi gli aumenti progressivi di stipendio, ma anche per «il conferimento degli incarichi» direttivi e semidirettivi da parte del Consiglio superiore della magistratura, ovvero gli scatti di carriera.

Le porte girevoli

La riforma prevede il collocamento fuori ruolo di tutti i magistrati che vengono eletti in parlamento o che assumono incarichi di governo, una volta cessati dalla carica.

I magistrati che si candidano ma non vengono eletti non possono esercitare nelle regioni dove si sono candidati.

I magistrati che invece assumono ruoli apicali ma tecnici dentro i ministeri, come i capi di gabinetto, devono rimanere fuori ruolo un anno prima di rientrare in funzione attiva e non potranno avere incarichi direttivi o semidirettivi per i successivi tre anni.

La separazione delle funzioni

Il magistrato potrà passare una sola volta da una funzione all’altra, requirente o giudicante, e la richiesta va fatta entro il termine di 6 anni. Dopo, potrà solo passare da civile a penale e viceversa.

Questa norma è immediatamente applicativa e modifica la norma sottoposta a referendum abrogativo il prossimo 12 giugno.

La legge elettorale del Csm

La legge elettorale sarà di tipo proporzionale con un correttivo maggioritario. Il sorteggio temperato dei candidati è stato escluso, sostituito con il sorteggio invece dei collegi.

Verranno infatti sorteggiate le corti d’appello per formare i collegi in cui i magistrati voteranno per eleggere i togati. In questo modo si dovrebbe disincentivare l’accordo tra i gruppi associativi.

I nuovi illeciti disciplinari

E’ stato approvato anche l’inserimento di nuovi illeciti disciplinari per i magistrati. Uno riguarda la previsione sul mancato rispetto delle recenti norme approvate nel decreto legislativo sulla presunzione di innocenza.

Un altro, invece, sembra scritto per il caso Palamara: sarà illecito disciplinare "l'adperarsi per condizionare indebitamente l'esercizio delle funzioni del Csm, al fine di ottenere un ingiusto vantaggio per sè o per altri o di arrecare un danno ingiusto ad altri"; è altresì un illecito disciplinare "l'omissione, da parte di un componente del Csm, della comunicazione agli organi competenti di fatti a lui noti che possono costituire illecito disciplinare".

Avvocati nei consigli giudiziari

E’ passato anche l’emendamento che prevede la presenza degli avvocati con diritto di voto sulle carriere dei magistrati nei consigli giudiziari. Il voto, però, sarà unitario “sulla base delle segnalazioni di fatti specifici, positivi o negativi, incidenti sulla professionalitè del magistrato in valutazione nel caso in cui il Consiglio dell'ordine degli avvocati abbia effettuato le predette segnalazioni sul magistrato in valutazione".

Le nomine

Quanto alle nomine, vengono fissate alcune regole: la pubblicità delle procedure di assegnazione degli incarichi, lo stop alle nomine a pacchetto nel Csm, la procedura comparativa con l'audizione di tutti i candidati da parte della Commissione del Csm.

Inoltre è prevista all’interno del Csm la incompatibilità di sedere sia nella commissione Incarichi direttivi che discute le nomine che nella sezione disciplinare.

© Riproduzione riservata