Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie del Blog Mafie è dedicata al maxi processo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di Capaci


Nel corso delle indagini sul traffico di stupefacenti, si è accertato che l'organizzazione mafiosa "Cosa nostra" dal 1978 al 1983, pressocchè senza soluzione di continuità , si è rifornita di morfina base proveniente dalla Turchia.

Fino alla primavera del 1981 tale ruolo di importatori per conto delle "famiglie" mafiose era ricoperto dai fratelli Grado (Gaetano, Antonino, Vincenzo, Salvatore e Giacomo), i quali, coinvolti nella c.d. "guerra di mafia" che seguì all'omicidio di Bontate Stefano ed al tentato omicidio di Contorno Salvatore, loro cugino, dovettero abbandonare l'Italia per evitare di essere uccisi, lasciando il campo ad altri "uomini d'onore".

Da quel momento, il compito di rifornire i laboratori clandestini siciliani per la trasformazione della morfina in eroina, venne affidato a La Mattina Nunzio, che poteva sfruttare i suoi canali già collaudati per il contrabbando di tabacchi, facendosi coadiuvare dal genero Priolo Salvatore, che risiedeva stabilmente in Svizzera.

Dopo l'arresto del La Mattina, avvenuto a Roma il 27 novembre 1981, il Priolo, che continuava a mantenere i contatti con i trafficanti turchi, venne affiancato da Rotolo Antonino. Il riscontro a tali attività d'importazione di stupefacenti, è fornito dal notevole afflusso di dollari statunitensi che veniva utilizzato anche per pagamenti delle ulteriori forniture, nonchè dall'esito delle indagini bancarie svolte in Svizzera.

In tutto questo periodo, la quantità di morfina base importata (400 kg. per volta), le masse di capitali investiti, il coinvolgimento di personaggi di primo piano dell'associazioni mafiosa, quali i Grado, il La Mattina, il Rotolo, Greco Leonardo, confermano che le descritte operazioni rientrano nella gestione unitaria del traffico di stupefacenti controllato e diretto da "Cosa nostra".

A carico dei fratelli Grado (Gaetano, Antonino, Vincenzo, Salvatore e Giacomo) sono state acquisite prove certe del loro coinvolgimento in un traffico di stupefacenti (morfina base ed eroina) di notevoli proporzioni. Le indagini, particolarmente complesse, costituiscono il proseguimento dell'istruttoria, condotta dal Giudice Istruttore di Trento, in ordine ad un imponente traffico di morfina base proveniente dalla Turchia e dal medioriente e destinata ai laboratori clandestini siciliani per la trasformazione in eroina.

Tale istruttoria ha evidenziato, attraverso le ammissioni di diversi imputati e testi, il ruolo di Vincenzo Grado e dei suoi fratelli quali acquirenti, dal 1978 ai primi mesi del 1981, di enormi quantità di morfina base nonché quali grossi fornitori di eroina per il mercato dell'Italia Settentrionale e di Milano in particolare, in collegamento con le famiglie dei Ciulla e dei Fidanzati.

Nel presente procedimento, le indagini hanno ricevuto un primo, notevole impulso dalla collaborazione di Alessandro Zerbetto e, ancor di più, di Totta Gennaro, che ha consentito di localizzare ed arrestare Vincenzo Grado, nascosto con D'Agostino Rosario nella sua splendida villa di Besano, e individuare i più stretti collaboratori dei Grado nel traffico di stupefacenti e, cioè, Rodolfo Azzoli, Gioacchino Matranga, Zarcone Giovanni. Rodolfo Azzoli, in particolare, individuato in Spagna ed estradato in Italia, ha anch'egli ammesso le sue responsabilità e, con la sua collaborazione, ha consentito ulteriori importanti passi avanti nelle indagini istruttorie.

Le sue affermazioni, in ordine alla provenienza della droga dai Grado, hanno trovato sostanziale conferma nelle dichiarazioni di Arcangeli Romolo e Crespiatico Agostina, già condannati per traffico di stupefacenti.

è stato altresì possibile, grazie alla fattiva collaborazione, anche a livello giudiziario, delle Autorità Spagnole, accertare che numerosi immobili sono stati acquistati a Benidorm (Alicante) dai Grado sotto falsi nomi e con danaro proveniente da conti svizzeri, acquisendo così un significativo riscontro circa la disponibilità di ingenti mezzi finanziari da parte dei medesimi e circa l'illiceità della origine della loro ricchezza.

Anche tale Giovanni Perina di Verona (inteso "Ciccio"), uno dei maggiori acquirenti di eroina dai Grado, ha ammesso, seppur parzialmente, i fatti, consentendo di riscontrare, ancora una volta, la validità dei risultati probatori raggiunti.

Attraverso le indagini bancarie, poi, è stato possibile dimostrare che dall'Italia Settentrionale sono affluiti, in conti correnti e libretti di deposito a risparmio costituiti presso banche palermitane e manovrati soprattutto da Giacomo Grado, danaro contante e assegni per un importo complessivo veramente ingente, somme utilizzate in gran parte per acquistare immobili e per finanziare imprese edilizie, nelle quali era interessato Pietro Teresi, cognato dei fratelli Grado.

Proprio le acquisizioni istruttorie su questo traffico di stupefacenti, come si vedrà meglio in seguito, offriranno un notevole contributo per una migliore comprensione del fenomeno mafioso e delle strutture e dinamiche di "Cosa nostra", evidenziandosi una precisa convergenza tra i destinatari dei titoli di credito e la loro appartenenza all'associazione.

Le risultanze delle indagini istruttorie del G.I. di Trento, sono state riunite al presente procedimento a seguito di sentenza di incompetenza emessa da quel G.I. il 20.1.1983, nei confronti di Grado Antonino, Grado Salvatore, Grado Vincenzo, Fidanzati Antonino, Fidanzati Carlo, Fidanzati Gaetano e Totta Gennaro, imputati di associazione per delinquere ed associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Di notevole rilevanza appaiono, anzitutto, in quella istruttoria, le dichiarazioni del siriano Wakkas Salah Al Din, uno dei maggiori fornitori dei Grado. Secondo il Wakkas, la famiglia turca dei Cil, già intorno al 1976, aveva iniziato un vasto traffico di stupefacenti con l'Italia, utilizzando come uomo di fiducia il turco Zaki Kirgul, il quale aveva posto in contatto, a Milano, Wakkas con Salvatore Grado ("Totuccio") e con "Giovanni" (Giovanni Zarcone, come si vedrà appresso).

Tale Ozkan gli aveva poi spiegato che da tempo la famiglia Cil forniva morfina base al Totuccio tramite Avni, Bairan e Zaki. Il Wakkas, che aveva avuto diversi incontri con Salvatore Grado e con "Giovanni" per concordare le modalità di fornitura della morfina e del pagamento della droga, si è così espresso testualmente: ... Appresi che la merce veniva trasportata su autocarri TIR provenienti dalla Turchia, che portavano merci per l'Europa,..... frutta o pelli, quantitativi trasportati erano al minimo di 50 kg di morfina base. I viaggi avvenivano ogni due-tre settimane. Tale morfina veniva poi consegnata a Milano al Totuccio e di là trasportata in Sicilia, a Palermo. Sentii che tale merce veniva poi inoltrata negli Stati Uniti.

Il Wakkas riferiva, ancora, di avere partecipato nel gennaio 1981, ad un incontro tempestoso, avvenuto fra i turchi e "Totuccio", il quale, essendo debitore di una somma superiore al miliardo di lire, adduceva difficoltà di pagamento; riferiva, poi, di un secondo incontro, nel marzo 1981, nel quale il Totuccio ed il Giovanni avevano comunicato l'intenzione di uscire dal giro perchè nell'impossibilità di pagare i debiti.

Successivamente, il Wakkas aveva appreso da tale Galip che quest'ultimo si era messo in contatto con un napoletano il quale, dopo avere promesso di pagare vecchi debiti dei siciliani, lo aveva condotto a Palermo, dove un personaggio, conoscente della famiglia Grado, nel garantire il pagamento dei debiti di questi ultimi, aveva concordato la prosecuzione delle forniture di droga e gli aveva dato un acconto di 150.000 dollari.

In seguito, il Galip, gli aveva riferito di avere già fornito ai nuovi clienti 50 kg. di eroina che però non andava bene per il mercato americano. Il Wakkas ha confermato tali dichiarazioni, il 28.2.1983 al P.M. di Palermo, precisando che il "napoletano" era un contrabbandiere molto noto e che i 50 kg. di eroina erano stati consegnati a Roma.

Ancora più significative sono le dichiarazioni dell'egiziano Sami Saleh; questi, oltre a confermare testualmente quanto dichiarato dal Wakkas, ha riferito che quest'ultimo era abituale fornitore dei fratelli Grado, e cioè di Salvatore, di Vincenzo e di un terzo mancante di alcune dita di una mano (Grado Antonino); egli stesso, nel 1979, aveva accompagnato a Palermo un autista turco di Wakkas, per consegnare ai tre fratelli Grado un carico di 11/12 kg di morfina-base.

Ha soggiunto che uno dei fornitori di Wakkas era Al Awad e che, nell'estate 1979, era stato a Catania con quest'ultimo e, in altra occasione, con Canoun per incontrarsi con i siciliani per motivi inerenti al traffico di stupefacenti. […] Il contenuto delle dichiarazioni sopra riportate è sostanzialmente rispondente a quanto confermato da altri imputati coinvolti a vario titolo nello smercio di stupefacenti nell' Italia Settentrionale.

Costoro hanno reso ampie confessioni, fornendo indicazioni sulla rete di spacciatori nell'Italia Settentrionale e, soprattutto, a Milano, sulla provenienza della eroina (laboratori siciliani) e sui personaggi che gestivano il traffico di stupefacenti (famiglie dei Ciulla, dei Fidanzati, dei Grado). Tali dichiarazioni appaiono precise ed attendibili, anche perchè riscontrate in punti di non secondaria importanza.

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