Questa guerra ha confermato l’ovvio: che la causa di un fenomeno non è mai un evento solitario, ma l’esito di diversi fattori (e nessun complotto!). 

Ciò non cambia di una virgola la gravità della decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina; ma evitare la logica binaria dovrebbe servire ad scongiurare risposte irragionevoli e imprudenti.

Anche se la storia non è maestra di vita, bisogna sperare che leggere gli eventi nella loro complessità sia di guida a chi prende decisioni. 

Questa lunga introduzione serve ad incorniciare la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare quella del 1973, nota come Roe v. Wade, con la quale veniva depenalizzata la scelta della donna di interrompere volontariamente la gravidanza.

Quella decisione storica riconosceva il primato della scelta della donna in questioni riproduttive.  

Joe Biden e i commentatori di tutto il mondo hanno insistito in queste ore su una e solo una responsabilità di questa decisione liberticida: quella dell’ex presidente Donald Trump che nominò tre giudici (Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett) sbilanciando in senso conservatore la Corte (composta di nove giudici).  La colpa è solo di Trump, dunque.

Indubbiamente, l’elezione di Trump alla Casa Bianca è stata la causa scatenante ma le responsabilità non sono tutte di Trump, e occorre ricordarle per cogliere le ragioni della debolezza dei democratici. Non si tratta di ragioni recondite. Pragmaticamente, si tratta di errori micidiali da parte dei liberal.

Due errori in particolare. Il primo, è da attribuirsi a Ruth Bader Ginsburg, la giudice liberal e giurista di grande prestigio, già membro della Corte, la quale quando Barack Obama era presidente al secondo mandato, e la sua malattia incurabile si era aggravata lasciandole poche speranze di lunga vita, scelse di restare per portare avanti la sua missione, invece di dimettersi e consentire a Obama una nomina importantissima.

Ginsburg si dimise poco prima di morire durante la presidenza Trump, regalando ai repubblicani un voto in più, quello di Barrett. 

Il secondo errore è da attribuirsi ai democratici stessi. Alla morte del giudice conservatore Antonin Scalia, il 16 febbraio 2016, l’allora presidente Obama tentò di sostituirlo con un moderato, Merrick Garland.

I repubblicani fecero un’ostruzione al senato (a maggioranza repubblicana) che durò diversi mesi. Obama alla fine ritirò la proposta lasciando al suo successore, appunto Trump, il potere della nomina. E Trump ha proposto un candidato ultraconservatore, Gorsuch.

Due errori micidiali dei democratici, dunque, che hanno spianato la strada ai repubblicani e segnato le sorti di Roe v. Wade.

Certo, la responsabilità prima è stata di Trump, ma le concause furono dei democratici. I quali ora si autoassolvono della virata fondamentalista della Corte che essi per primi non hanno, potendolo, saputo contenere.

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