C’è una nuova star nel panorama mediatico italiano: il professore Alessandro Orsini.  Alessandro Orsini è un piacente professore napoletano, che insegna sociologia alla Luiss di Roma e, fino a poco fa, dirigeva l’Osservatorio sulla sicurezza internazionale.

In realtà non è del tutto estraneo al mondo televisivo: infatti parla di terrorismo, sicurezza, e politica internazionale in tv ormai da anni, ed era già stato notato per il suo modo particolare, oserei dire unico, più che raro, di esporre le proprie opinioni.

Anzi, per essere precisi, le proprie “pregiate” opinioni. Perché le sue non sono opinioni come le altre. Egli stesso le tratta come se fossero cimeli d’oro massiccio ricoperti da pietre preziose conservati al British Museum di Londra. 

Il nostro, infatti, non è solo professore di questioni internazionali che noi umani – soprattutto coloro che non sono suoi sudditi o non hanno letto tutti i suoi libri – non possiamo mai capire, ma è anche e soprattutto un assoluto maestro di vita. Ecco dunque cosa possiamo imparare da lui.

La mancanza di umiltà

Alessandro Orsini ospite alla trasmissione Non è l'Arena su La7 (via LaPresse)

Se l’umiltà fosse un virus Alessandro Orsini sarebbe immune. Suscita una sincera curiosità scientifica notare come questo essere umano non sia minimamente suscettibile alla benché minima forma di modestia. Egli si erge come il Re Sole nel dibattito pubblico e afferma che chi non lo capisce, purtroppo, o è un ignorante o è uno stolto. Rimarrà per sempre nella storia la celebre frase, in risposta a una opinionista che lo stava contraddicendo: «Lei ha capito che ha sbagliato? Perché sennò non crescerà mai». Professore, maestro di vista, e anche padre, all’occorrenza. 

Il classismo

Il nostro uomo, ormai assurto a modello di vita, ha una tecnica insuperabile per zittire l’interlocutore, palesare le sue origini di nobile accademico, con la testuale frase «si vede che lei non frequenta ambienti prestigiosi». A questo punto anche il dialogante più esperto si sentirà in difetto, non sapendo a quali ambienti prestigiosi il nostro si riferisca, e chinerà il capo in segno di sottomissione alla superiore prestigiosità di Orsini.

Riuscire a fare incazzare tutti

Sembra facile ma non lo è. Sostenere una tesi pacifista e riuscire a stare antipatici anche ai più convinti pacifisti non è impresa da poco. Certo, dire che «i bambini possono essere felici anche in una dittatura» non aiuta, però bisogna aggiungere una certa dose di spocchia costante, senso di fastidio ogni volta che qualcuno ci rivolge una domanda, continuare a borbottare «e certo, e certo» mentre qualcun altro sta parlando. A questo punto il gioco è fatto.

La convinzione

Orsini non si tira indietro mai. Qualunque cosa lui stia dicendo, anche se si tratta di una cazzata epocale, di cui egli stesso si rende conto appena pronunciata, lui non arretra mai di un passo nella sua convinzione che sia la cosa giusta, detta al momento giusto, dalla persona giusta, per una causa giusta, con la giusta intonazione e la giusta giustezza.

L’autostima

(LaPresse)

Tra tutti i miracoli compiuti dal mirabile professore in questo mese e mezzo di celebrità improvvisa, uno dei più notevoli è essere riuscito ad autodefinirsi “Eroe”, convincendo gran parte del pubblico a crederci davvero. Questa non è un’impresa facile, soprattutto se la si realizza in così poco tempo. A Ghandi ci vollero 60 anni di vita, a Marthin Luther King servè una pallottola in testa e Alessandro Magno dovette conquistare mezza Europa e portarvi la pace. 
Ad Alessandro Orsini invece è bastata una dichiarazione su Facebook per diventare eroe dei nostri tempi.

La dedizione alla causa

Se messo in qualunque aspetto della mia vita la stessa tenacia con cui Orsini sta difendendo le sue posizioni a quest’ora vivrei nella villa di Beyoncé e passerei la giornata a bere cocktail all’avocado in bicchieri di oro e platino (ognuno ha i sogni che si merita).  

Su Rai3 decidono di non pagarlo, e lui ci va gratis. Le televisioni lo boicottano: organizza live in teatro. I giornali distorcono le sue parole: scrive articoli per correggerli. Non c’è niente che possa fermarlo dall’esprimere, divulgare e difendere le proprie idee. Ed è per questo che ha già vinto. E, che lo vogliate o no, è già una star.

© Riproduzione riservata