Le amministrative del 12 Giugno si prestano a varie interpretazioni, ma esse, per una volta, paiono aver premiato la coerenza. Quella di chi si oppone al governo e quella di chi, essendone parte lo sostiene, leale: Fratelli d'Italia e Partito democratico. Di netta evidenza è la sonora legnata subita da chi, come Giuseppe Conte (Cinque Stelle) e Matteo Salvini (Lega per Salvini premier, nome da rottamare), vuole i vantaggi del governo, ma anche quelli dell'opposizione.

Gli elettori stan forse incitando i partiti a indossare una veste che da decenni ammuffisce nell'anticamera della politica, la serietà. Cioè a non dire una cosa per farne un'altra, come chi sta al governo per il potere, ma blatera come se ne fosse fuori.

Per la saggezza popolare genovese, sciuscià e sciurbì no se pe': non si può, insieme, soffiare e succhiare. S'impara da piccoli, è verità lampante.

Stare al governo, ma offrirsi come protettore di chi evade, non ha premiato la Lega; i 5 Stelle avevano già perso per l'impatto dal Vaffa alla realtà, ma Conte paga anche la smania di distanziarsi dal successore Mario Draghi, visto come un usurpatore.

Sono state premiate la sola forza d'opposizione (è normale) e quella che, stando al governo, se ne fa responsabilmente carico.

La coerenza, contro i doppi giochi e le finte tipiche del nostro cortile, è forse utile, oltre che nobile! Arriva alfine la richiesta a chi è al governo di agire, scegliendo fra soffiare e succhiare; e per chi non ci riesce c'è spazio all'opposizione.

Verso le elezioni

Di chiarezza, responsabilità e coerenza non c'è stato mai bisogno come ora, a dieci mesi dalle elezioni politiche.

Esse avranno enormi impatti sul futuro nostro e della Ue, pur se non si preoccupa il nostro cortile, beatamente ignaro. I tassi d'interesse salgono, non possiamo spostare su altre spalle il peso del nostro fabbisogno finanziario, né contare sul perdurante sostegno della Bce. Il vero scudo anti spread dobbiamo essere noi.

Servono orgoglio, serietà. Le sfide future impongono alla Ue grandi investimenti e scelte di rottura, davanti alle quali essa potrebbe scartare - come un cavallo, con l'Italia in sella, davanti all'ostacolo - o raccogliere tutte le proprie forze e saltarlo.

Salterà se resteremo fedeli alla nostra vocazione storica, fermi nelle grandi scelte, ma se cederemo ancora alle piccole furbizie scarterà, buttandoci a terra.

Come ha scritto l'11 Giugno sul Sole 24 Ore Vincenzo Visco, a suo tempo efficace guardiano delle finanze pubbliche, il nostro fisco continua a ignorare il massiccio spostamento degli ultimi 30 anni nei redditi, dal lavoro dipendente a quello autonomo e da capitale, con ovvie conseguenze politiche e sociali, di vasto impatto distributivo; si pensi ai tagli al welfare legati alle perdite di gettito per il mancato adattamento del prelievo alla mutata realtà.

La Commissione parlamentare che doveva indicare al governo le grandi linee della sempre rinviata riforma fiscale, ha partorito il niente; non è colpa del governo se la riforma sul tavolo è il resto di niente. Se i partiti, conclude Visco, «non accetteranno di guardare la realtà… e di smettere di strumentalizzare la questione fiscale a fini elettorali, non ci sarà niente da fare».

Gli elettori sono forse più avveduti di quanto si creda, più consci dei nostri vincoli internazionali. Il 12 Giugno dovrebbe indurre i partiti corrivi con l'evasione, difensori di arcinote storture fiscali, a mutare rotta.

Le maggiori difficoltà le avrà la litigiosa destra che in parte, a parole, sarebbe europeista fiera, in parte maggiore opera contro la Ue; flirta con l'aggressore Putin, oppure sta nella Nato?

Sarà più facile per il centro-sinistra, di solito riottoso, accordarsi sulle grandi scelte internazionali del Paese e sulla futura Ue. Vanno additate ai cittadini le contraddizioni e si parli chiaro: la destra ora è unita solo a difendere l'evasione.

Il Pd costruirà davvero un campo largo battendo, duro, sul fatto che solo un sistema fiscale serio ed efficace potrà finanziare il welfare cui tutti teniamo.

Inutile altrimenti lamentarsi se, con tanti bimbi in lotta per strapparsi giochi che non vogliono pagare, arrivasse un adulto a metterci di fronte alla realtà, o prevalesse magari la ricerca dell'uomo (o della donna...) forte!

Anche questo ci dice il 12 Giugno; urge scegliere se attaccarci alle Alpi o finire nel Mediterraneo, diceva 50 anni fa Ugo La Malfa. Come ha scritto qui Stefano Feltri, saremo noi a rilanciare la Ue, o ad affondare assieme a lei.

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