Ci vuole tempo per essere davvero nuovi. La domanda che dovremmo porci oggi non è se la stagione giallorossa è già finita. Ma piuttosto se sia davvero cominciata.
Ecco il punto. Finora abbiamo assistito a tanti esperimenti, cui spesso non corrispondeva una chiarezza di intenti, una comunione profonda di idee e di ideali. Sembrava mancare una vera disponibilità a metterci la faccia e a mettersi in gioco. Insomma, proviamo a vedere se funziona, poi si vedrà.

Gli elettori questo hanno percepito: non esiste una vera coalizione. Esistono alleanze estemporanee. I contrasti ai vertici dei singoli partiti si sono tradotti in una mancanza di coraggio. E in impazienza, scarsa visione: per realizzare una proposta politica ci vuole tempo. Mesi, anni per mettere insieme un progetto serio. Ma ancor di più per lasciar crescere una classe dirigente nuova.

Le idee, anche le migliori, senza le persone non sono niente.
Verrebbe da farsi domande sul ruolo del Partito Democratico che è ancora l’unica forza politica strutturata nel centrosinistra, che è tassello essenziale della coalizione. Ma che invece di essere elemento propulsore talvolta rischia di fare da tappo.

Mi spiego: viene il dubbio che sia più preoccupato dei propri fragili equilibri interni e della nascita di una sinistra vera che gli prosciughi i consensi, piuttosto che di contrastare la destra. Una destra nostalgica, pericolosa, priva di senso del futuro e, nella migliore delle ipotesi, non interessata a contrastare i mali del nostro Paese (corruzione, evasione fiscale, mafie).

Così come ci si potrebbe chiedere quale sia la vera anima del Movimento Cinque Stelle incerto tra il passato di rottura e il presente di Governo. Così il M5S rischia di dimenticare l’essenziale apporto di innovazione che ha saputo esprimere nella sua prima fase.

Ma parlare degli altri è facile. E noi? E la sinistra ambientalista? Sì, queste due parole ormai devono essere usate insieme. Continuiamo tutti a parlare della coalizione giallorossa, ma non ci sono soltanto Pd e M5S. Ci dimentichiamo della componente essenziale rossoverde che non è semplice stampella, ma elemento essenziale.

Il ruolo di Elly Schlein

Elly Schlein, vicepresidente della regione Emilia-Romagna (Giuseppe Nicoloro/AGF)

Ovunque in questi mesi sono sorte iniziative importanti: l’esperimento avviato da Elly Schlein che raccoglie molti consensi soprattutto tra i giovani; la rete composta da figure autentiche e credibili che mettono insieme le buone pratiche avviate sul territorio; l’esperienza dei Verdi che non va messa in soffitta, ma valorizzata e semmai adeguata ai tempi. E le esperienze della sinistra capaci di esprimere ancora un radicamento sul territorio e di dare voce a un disagio sociale crescente. E inascoltato.

Ecco, è arrivato il momento di mettere insieme tutte queste energie. Bisogna individuare subito modi e forme, ma occorre essere capaci di un’unità che preservi le identità e sia, però, capace di altruismo.

Di qualche rinuncia. Abbiamo davanti un’occasione unica: per la prima volta nella storia la tutela dell’ambiente e lo sviluppo dell’economia e del lavoro possono, devono, andare insieme. Più ambiente oggi significa più occupazione. Bisogna far nascere una forza capace di fare proposte coraggiose, di coinvolgere più ancora che di convincere. Una forza che finora ha saputo salvaguardare i diritti civili, ma trascura i diritti sociali. Milioni di italiani non hanno lavoro, non sanno come arrivare a fine mese, stanno perdendo conquiste straordinarie nella tutela dell’occupazione, dell’istruzione, della sanità.
Abbiamo lasciato che la destra - lo schieramento creato da Silvio Berlusconi per tutelare i propri interessi e i poteri forti - conquistasse consensi tra le fasce deboli facendo leva sulla paura. Tocca invece a noi saper suscitare consenso partendo da un ritrovato senso del futuro. Da un disegno di società nuovo.

Ecco allora di nuovo la domanda: la coalizione giallorossa non è finita, ma deve ancora cominciare davvero. Deve farlo con maggiore convinzione, con più coraggio. Con più altruismo, anche. E soprattutto con un rinnovamento profondo che deve partire dalle persone (non dai personalismi). Servono figure nuove, che non significa improvvisate.
Ogni componente della coalizione ha un ruolo in questo disegno. Ci vorrà tempo, ma una proposta seria richiede anni se non è fondata - come pare essere il centrodestra - sulla semplice affermazione elettorale. Se ci crediamo davvero, le sconfitte di questi mesi possono essere un seme.

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