- Il lungo regno di Angela Merkel si chiude con una grande popolarità e con una Germania che è tornata allo status di grande potenza economica europea
- Il metodo Merkel, attendista cauto e portato al compromesso, ha in realtà poco a che fare con la rinascita tedesca, dovuta ad una fortunata combinazione di eventi esterni: l’euro e l’allargamento ad Est dell’UE: Merkel si è solo trovata al posto giusto al momento giusto
- Il bilancio europeo di Merkel è invece inequivocabilmente senza appello. La gestione della crisi dell’eurozona ci ha consegnato un’Europa fragile, diseguale, incapace di rispondere congiuntamente alle sfide del futuro. La tardiva svolta del Recovery non può mitigare un bilancio negativo
Con le elezioni legislative di oggi la Germania chiuderà l’era Merkel, un lungo regno (16 anni) che ha consacrato la Germania, un tempo grande malato d’Europa, come paese solido e superpotenza economica. Guardando ai sedici anni di cancellierato è difficile isolare momenti memorabili, se non la decisione di uscire dal nucleare nel 2011, dopo la catastrofe di Fukushima, e quella di non chiudere le frontiere ai rifugiati siriani nel 2015. Ma il lungo governo di Angela Merkel è stato un mix d



