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Perché è giusta la decisione europea di fermare benzina e diesel nel 2035

LaPresse/Nicolò Campo
LaPresse/Nicolò Campo
  • La giustificazione secondo la quale la decisione europea non avrebbe senso in rapporto ai paesi in via di sviluppo, che non vogliono rinunciare ad una crescita che se ne infischia della protezione ambientale, è un esempio di benaltrismo.
  • Nel nostro paese, molti e, quindi, non solo i cantori degli interessi nazionali, si sono dimenticati della modifica costituzionale che, nel 2022, ha inserito la protezione dell’ambiente, anche nell’interesse delle future generazioni, tra i principi fondamentali.
  • L’Unione europea, con Next generation Eu e con il Green new deal, ha proprio dato il segno di voler cambiare prospettiva, mettendo al centro la solidarietà come presupposto su cui edificare una società europea che si faccia carico del conflitto esistenziale in cui siamo sprofondati.

Le polemiche suscitate dalla decisione del parlamento europeo di vietare dal 2035 i motori inquinanti sono la cifra dell’inconsapevole arretratezza del dibattito sull’emergenza climatica e sull’esigenza di un diverso sviluppo industriale. I critici contestano l’esistenza stessa di una connessione tra azione umana e crisi ambientale, la mancata difesa degli interessi nazionali a tutela delle imprese italiane, la cessione di sovranità dell’Europa verso la Cina (il principale produttore mondiale d

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