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Autonomia regionale e mobilità: come la riforma può impattare sulla rete dei trasporti locali

Garantire dal centro una qualche omogeneità nazionale al sistema dei trasporti regionali presenta difficoltà tecniche insuperabili. Sarebbe richiesta una modellizzazione sofisticata di domanda e offerta. Ma ci sarebbe invece l’occasione di modificare l’attuale sistema dei trasferimenti dal centro, rendendoli ”in solido”, e responsabilizzando in questo modo le regioni all’uso delle risorse trasferite

L’autonomia differenziata proposta dal governo assume di garantire standard uguali per tutte le regioni per alcuni servizi pubblici essenziali (mediante la quantificazione dei Lep, che sta per Livelli essenziali delle prestazioni). I servizi più citati e rilevanti sono la scuola, la sanità, e i trasporti. Mentre per i primi due i criteri di valutazione sono relativamente semplici e consolidati (posti letto per abitante, liste di attesa, numero docenti, alunni per classe, servizi tempo pieno, ecc

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