- La negazione dei morti di Bucha, di tutti i morti della guerra in Ucraina non è altro che una versione potenziata della negazione dei morti di Bergamo e della pandemia.
- Ce lo ricordiamo, di chi diceva che i camion militari erano vuoti? Che erano pieni di bare senza morti? O che i morti erano salme già pre-esistenti e “riutilizzate” per una messinscena?
- Negare tragedie di questa portata, anche di fronte all’evidenza, più ancora che di immaturità è cristallina espressione di paura.
Non siamo più abituati ad avere i morti in casa e men che meno per strada. A malapena li vediamo già trattati per la veglia. È sempre doloroso, ma li conosciamo soprattutto da presentabili, in ordine. Mentre scrivo mi chiedo qual è il punto che desidero dimostrare, perché pare che quando si scrive ci sia sempre qualcosa che si desidera dimostrare. Tuttavia c’è una guerra in corso e non me la sento di dimostrare niente. Come ho provato a dire il quattro aprile ad Appunti, il podcast di Domani



