Non solo agli occhi degli economisti, è palese che il Covid-19 ha seriamente compromesso l’economia di quasi tutti i paesi del mondo. Tuttavia, oggi possiamo osservare alcuni fatti che ci fanno ben sperare per il futuro: il commercio mondiale ha avuto un forte aumento nel terzo trimestre del 2020, le tensioni commerciali si sono attenuate anche grazie al cambio della presidenza americana, il vaccino sta per essere distribuito su larga scala e infine in Europa il Next generation Eu aiuterà a riprendere un cammino di crescita economica e sociale nei paesi dell’Unione.

Due velocità

Queste sono forse le premesse per una visione sostanzialmente positiva dell’economia mondiale e italiana che troviamo nel rapporto trimestrale di Prometeia (l’associazione di economisti bolognesi fondata da Beniamino Andreatta) presentato il 18 dicembre. L’economia mondiale sta procedendo a due velocità. Mentre la Cina è tornata alla quasi normalità e sta registrando una forte ripresa che già nel 2020 genererà un Pil pari al due per cento, gli altri paesi del mondo sono ancora nella seconda ondata della pandemia e chiuderanno il 2020 con tassi di crescita negativi che solo nella seconda parte del 2021 torneranno positivi. Anche gli Stati Uniti chiuderanno il 2020 con un pil negativo pari al 3,6 per cento.

La forte ripresa cinese è confermata dall’aumento della produzione industriale, dal sensibile incremento degli investimenti e dall’afflusso di capitali stranieri attratti da questa ripresa. Da qualche giorno, infatti, assistiamo a un rafforzamento dello yuan, mentre si riduce la domanda del dollaro come moneta rifugio. Non va poi dimenticato l’aumento dei prezzi delle materie prime di cui la Cina è forte produttrice a cominciare dal rame.

Economia asiatica

In relazione all’economia dei paesi asiatici è importante considerare il Regional comprehensive economic partnership (Rcep) firmato il 15 novembre 2020 tra 15 paesi asiatici che rappresentano il 30 per cento della popolazione mondiale e il 26 per cento del Pil mondiale. Questo accordo sostituisce in pratica il Trans pacific partnership dal quale gli Stati Uniti si erano ritirati nel 2017. Il Rcep, una volta ratificato, potrebbe rappresentare il 30 per cento delle importazioni mondiali con qualche ripercussione negativa su Stati Uniti ed Europa. In questo contesto economico dei paesi asiatici appare un passo importante l’accordo annunciato in questi giorni, tra la Cina e l’Unione europea sugli investimenti tra i due blocchi in entrambe le direzioni, un accordo storico che probabilmente si chiuderà prima del 31 dicembre.

Biden presidente

Infine, un vantaggio all’economia mondiale potrebbe venire dalla nuova presidenza americana pronta a riprendere i negoziati internazionali su base multilaterale e a interrompere la politica aggressiva di Trump verso l’Unione europea. All’arrivo della pandemia l’Italia si è presentata con una storia di bassa crescita economica dell’ultimo quarto di secolo, soprattutto se confrontata con i tassi di crescita degli altri maggiori paesi europei. Contro un 5 per cento dell’Italia, nello stesso periodo Germania e Spagna sono cresciute del 30 per cento e la Francia del 26 per cento.

Stessa situazione per quanto riguarda i consumi e gli investimenti pubblici. In Italia la prima parte della pandemia ha inciso soprattutto sui bassi redditi, aumentando così le disuguaglianze sociali. Secondo Prometeia la politica fiscale del governo, con interventi per 108 miliardi, ha ridotto della metà le perdite di reddito delle famiglie dovute al primo lockdown, una politica che dovrà continuare anche nel 2021 fino al termine della fase acuta della pandemia.

La politica fiscale ha lavorato di concerto con la politica monetaria. Dall’inizio del 2020 il debito pubblico è aumentato di circa 200 miliardi, finanziato principalmente dai fondi Sure e Rrf (Recovery and resilience facility), mentre permane una situazione favorevole del mercato finanziario con tassi di interesse quasi nulli e uno spread ai minimi storici.

Un piano di investimenti

Come risulta da documenti di Bankitalia, dall’inizio della pandemia sono aumentati sensibilmente i risparmi delle famiglie e delle imprese, un trend che continuerà ancora per molti mesi per la paura dell’incertezza del futuro.

In questo contesto arrivano i fondi del Next generation Eu che rappresentano un’opportunità unica per l’Italia. Questi fondi che richiedono un chiaro piano di investimenti in: modernizzazione del paese, transizione ecologica, inclusione sociale e territoriale, parità di genere. La bozza del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) indica dei valori fortemente criticati, soprattutto quei 9 miliardi per la sanità, quando lo stesso ministero ne aveva chiesti 30 e gli esperti suggeriscono almeno 40, sollevando severi giudizi da parte di Rosy Bindi ex ministro della Salute. Ma anche i fondi previsti per ricerca e scuola hanno sollevato molte perplessità. Le cifre indicate nella bozza del Pnrr non hanno alcun senso finché non si vedranno i singoli progetti. Una parte dei fondi, comunque, andranno a finanziare investimenti già programmati per cui Prometeia stima che solamente 119 miliardi saranno destinati a nuovi investimenti. Come quota di Pil gli investimenti pubblici dovrebbero passare dal 2,4 – media storica – al 3,6. Questo risultato appare assai difficile da raggiungere conoscendo le lentezze della pubblica amministrazione. Una grande opportunità, quindi, sulla quale però pesa il rischio di non utilizzare correttamente questi fondi.

Sull’economia italiana Prometeia prevede una crescita negativa del 9,1 per cento nel 2020 e una crescita positiva del 4,8 per cento nel 2021, 4,1 nel 2022 e 1,8 nel 2023. Effetti collaterali saranno comunque la diminuzione dell’occupazione e l’aumento del debito pubblico.

Inoltre, l’insicurezza creata dalla pandemia sta influendo negativamente anche sulle nascite in un paese dove cresce la popolazione dei pensionati. Dobbiamo aspettarci un inverno ancora molto duro. Per una vera ripresa dell’economia mondiale è necessaria una rivoluzione nella politica estera ed economica americana, indirizzata a creare una nuova alleanza costruttiva con tutti i paesi europei e con la Cina per una piena ripresa del commercio mondiale. È poi necessaria una maggiore cooperazione internazionale, e in particolare tra i paesi dell’Unione europea.

Occorre anche una decisa politica di lotta alle disuguaglianze sociali, aumentate dal Coronavirus, una ripresa dei consumi e degli investimenti pubblici, specialmente quelli per la ricerca e la scuola. Circa l’economia italiana occorre una decisa svolta.

Il nostro paese non può continuare a crescere a tassi che sono un decimo di quelli di Francia, Germania e Spagna pena l’irrilevanza del suo ruolo nelle istituzioni comunitarie.

 

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