La controriforma fiscale in via di approvazione è la migliore cartina di tornasole della natura di questo governo: un esecutivo e una maggioranza privi di ogni senso della stato.

Rispetto alla provocazione civica di Tommaso Padoa-Schioppa,  che da ministro dell’ Economia e Finanze del governo Prodi (2006-2008)  esaltava la bellezza del pagare le tasse, con il sottinteso che così fa ogni cittadino onesto e consapevole per fornire adeguate risorse allo stato.

Oggi il sottotesto è diametralmente opposto: le tasse vanno evase quando possibile, tanto arriva un condono ( il governo Meloni ne ha già varati una dozzina) e , comunque, agli amici  - leggi, i lavoratori autonomi - vanno ridotte, mentre vanno lasciate inalterate ai nemici,  cioè ai lavoratori dipendenti che votano prevalentemente a sinistra.  

Già con la parziale flat tax in vigore gli autonomi possono risparmiare anche 7.000 euro di tasse rispetto a dipendenti con lo stesso reddito. 

Del resto, cosa si può pretendere da un governo nel quale il leader di uno dei suoi componenti, Silvio Berlusconi, è stato condannato per frode fiscale?

Il Cavaliere, nella sua lunga carriera, non ha mai fatto mistero della sua avversione profonda, quasi una ripugnanza, a tutto ciò che odora di fisco.

Tra i tanti esempi,  dopo aver sostenuto da presidente del Consiglio in carica, il 17 febbraio 2004, che «se si chiede una pressione del 50 per cento ognuno si sentirà moralmente autorizzato ad evadere», ha poi ripetuto e rafforzato lo stesso concetto alla vigilia delle elezioni del 2008 , il 2 aprile,  sostenendo che esiste «una norma del diritto naturale [sic] per la quale, se ci si chiede di pagare il doppio delle imposte, questo è qualcosa che può essere ritenuto ingiusto e che può indurre qualcuno a sentirsi autorizzato a non pagare le tasse».  

Se è la classe politica che dà il via libera all’evasione, ovvio che i cittadini si mettano sulla stessa lunghezza d’onda.

E infatti gli italiani evadono tranquillamente e in massa: lo fanno tanto i piccoli artigiani e i commercianti quanto le grandi aziende e i prestigiosi professionisti.

La responsabilità di questo in-civismo non è solo in capo alla politica. Riguarda anche la classe dirigente di questo paese che non pensa nemmeno di emarginare chi dichiara impunemente di frodare il fisco. In altri paesi, gli evasori sono guardati come criminali per i quali si devono giustamente aprire le porte del carcere, come accade spesso e volentieri negli Stati Uniti. Da noi, Padoa-Schioppa venne irriso e Berlusconi applaudito.

  Una classe di governo che liscia per il pelo gli elettori pur di mantenere consenso, senza curarsi dei danni che arreca al senso civico e alle casse dello stato, dimostra tutta la sua pochezza. I veri patrioti sono ben altri, signora presidente.

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