C’è qualcosa di profondamente irrazionale nella resistenza ai vaccini anti Covid e al Green Pass. Perché la verità è che questo variegato popolo no-vax ha paura. Inutile cercare di convincerli con argomenti scientifici o morali, anche se con loro bisogna pur provare a parlare, come ha scritto Giorgia Serughetti. La loro resistenza si fonda su un terrore paralizzante: non tanto della puntura o degli effetti collaterali, ma della fragilità.

A questo proposito è utile leggere con attenzione La Verità, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro che è il più esplicito nel fornire argomenti alla resistenza no-Pass (che poi è no-vax, così come l’uso del Green Pass serve a spingere alle vaccinazioni). Prendiamo l’edizione del 13 agosto: «Oggi si parla di emergenza col 65 per cento di vaccinati e meno di 3.000 ricoverati, valori molto inferiori ad aprile e maggio, quando i divieti furono allentati, ma la propaganda rigorista evoca lo spettro di nuove chiusure».

Dopo due anni, abbiamo tutti ormai imparato che nella pandemia la tendenza (come variano i contagi) conta più dei dati assoluti, specie se quotidiani. Comunque, il no-vax contesta sia il Green Pass che le chiusure, cioè tutte le misure che riducono la probabilità di incontrare persone infette, anche se non contesta più la gravità della malattia. 

La Verità sostiene che l’obbligo di Green Pass si fondi su bugie e propaganda, visto che «non c’è garanzia di non infettarsi, l’utilizzo pratico è un caos e la famosa protezione di gregge un’illusione». Quindi il problema del Green Pass è che non funziona abbastanza? O che è un inutile fastidio visto che la situazione non è poi così grave?

In cerca di miracoli

In realtà i no-pass o no-vax sono preoccupati dalla Covid quanto gli altri, infatti sono sempre pronti a credere a soluzioni miracolose, definitive, che per qualche ragione vengono snobbate dalla scienza ufficiale: le cure domiciliari salvano vite, non la terapia intensiva; altro che vaccini; meglio gli anticorpi monoclonali; AstraZeneca? Pericolosissimo, meglio Sputnik, il vaccino russo, anche se mai approvato dall’Ue.

Non c’è nulla di razionale in questo approccio: i vaccini anti Covid saranno pure arrivati sul mercato in fretta, ma sono forse i farmaci con la somministrazione più ampia mai sperimentata, nessun medicinale può contare su una simile platea di pazienti per monitorare effetti collaterali o potenziali problemi. Non è successo quasi nulla, in Italia non c’è evidenza di morti causate con certezza dai vaccini (nonostante i titoloni allarmistici dei giornali).

Ma i no-vax faticano ad accettare che il rischio zero non esiste, ogni nostra decisione ha costi e benefici, si tratta di scegliere – a livello collettivo, oltre che individuale – la combinazione che riteniamo ottimale. Invece La Verità e i suoi lettori vorrebbero vaccini che garantiscono una sicurezza del cento per cento, che proteggono dall’infezione al cento per cento, vorrebbero il Green Pass soltanto a condizione che un istante dopo la malattia svanisse dal mondo intero, altrimenti non ne vale la pena.

D’altra parte il mondo in cui vivono i simpatizzanti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini e altri no-Pass/no-vax era già un posto dannatamente pericoloso, pieno di migranti che arrivano alle frontiere per insidiare il nostro stile di vita, di maestri pronti plagiare i bambini con strane idee sul gender, di d’appartamento cui sparare con armi sempre cariche, di intellettuali di sinistra che vorrebbero imbavagliare chi non ha pensieri politicamente corretti…

In questa costante lotta per la sopravvivenza, arriva il Covid e il vaccino, due elementi che costringono ad ammettere che non possiamo essere mai davvero al sicuro: che rischiamo di infettarci, che possiamo farci due punture per ridurre il rischio di essere contagiati, ma che forse non basterà. Avremo ridotto le probabilità, ma il rischio resterà con noi. Sono pericoli reali, concreti, che comprensibilmente terrorizzano chi per anni ha coltivato la paura di nemici immaginari o quantomeno esagerati.

Non so come si risponde a questo terrore, analogo a quello che attanaglia il bagnante in difficoltà che si appende al bagnino rischiando di uccidere entrambi. L’unica cosa che mi viene da dire loro è che ci siamo dentro tutti: se voi siete paralizzati dalla paura, lasciate fare a chi è sceso a patti con la caducità della vita e si adopera per il più modesto obiettivo di limitare i rischi invece di inseguire la pericolosa utopia della sicurezza assoluta. Alla fine ne avrete benefici anche voi.

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