Il pubblico che ha assistito alle manovre renziane è come quello delle gare sportive: giudica l’agire politico come un gioco, per vedere vincere e cadere. L’adrenalina dei media mentre ci traghettato in questa giostra (che è la crisi di governo) non è diversa da quella che agita i balinesi che assistono al combattimento dei galli.

La partigianeria per Matteo Renzi ricorda quella per i giocatori d’azzardo che tra fortuna e ingannano, ammiccamenti e sotterfugi (il “giocare bene” appunto) tengono sotto scacco il rivale e il pubblico.  Una lotta individuale e individualista, con regole che non consentono prigionieri.

Chiamarla politica, nel paese che ha dato i natali a Machiavelli, è quasi un’onta. Plebiscitarismo da Colosseo; lotta di fazione. La rivalità che anima il senatore di Rignano è personalistica: Giuseppe Conte è stato il suo nemico. 

E l’obiettivo? A seguirne le mosse sembra che l’obiettivo di Renzi sia Renzi, il suo interesse in sento lato, politico perché imprenditoriale. Da leader del gruppo secessionista Italia Viva e portavoce del Future Investment Initiative ha dimostrato che quel che ostacola i suoi piani non ha scampo. La discussione sul Recovery Plan che paralizzato il Paese interessava al Senatore nella misura in cui portava al fallimento Conte.

19/02/2020 Roma. Rai. Trasmissione televisiva Porta a Porta, nella foto Matteo Renzi sullo sfondo un’ immagine di Conte

Dire, come ha fatto in alcune interviste che Conte, non è un politico mentre lui lo è, ci conferma nell’idea che l’arena balinese sia il suo paradigma politico. Nel quale si situa anche un’obiettivo antico: allargare il centro neo-liberale e nanizzare quella timida sinistra rimasta nel Pd (e che ancora di recente ha creduto ingenuamente di poter tenere Renzi dentro il proprio campo).

E  intanto Renzi si presenta come “costrutture” e sfida i partiti, il Pd in particolare, a non essere distruttori - lui che ha distrutto un governo mentre il Covid mieteva morti. 

L’incarico esplorativo a Roberto Fico è servito a gonfiare la retorica dei programmi che “vengono al primo posto”. Ora, il nome di Draghi è bastante e Iv compra a scatola chiusa.

Sostenedo Draghi, il senatore pensa di ricostruirsi una legittimità politica, di farci dimenticare la sua guerra civile.

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