- La partigianeria per Matteo Renzi ricorda quella per i giocatori d’azzardo che tra fortuna e ingannano, ammiccamenti e sotterfugi (il “giocare bene” appunto) tengono sotto scacco il rivale e il pubblico.
- Chiamarla politica, nel paese che ha dato i natali a Machiavelli, è quasi un’onta. Plebiscitarismo da Colosseo; lotta di fazione.
- La rivalità che anima il senatore di Rignano è personalistica: Giuseppe Conte è stato il suo nemico.
Il pubblico che ha assistito alle manovre renziane è come quello delle gare sportive: giudica l’agire politico come un gioco, per vedere vincere e cadere. L’adrenalina dei media mentre ci traghettato in questa giostra (che è la crisi di governo) non è diversa da quella che agita i balinesi che assistono al combattimento dei galli. La partigianeria per Matteo Renzi ricorda quella per i giocatori d’azzardo che tra fortuna e ingannano, ammiccamenti e sotterfugi (il “giocare bene” appunto) tengon


