I 200 miliardi di Scholz per le bollette

Dal gas alle regole fiscali, i veri rischi dello strappo tedesco

  • Ha suscitato frustrazione e irritazione, in molti governi europei, la decisione tedesca di procedere in autonomia con un tetto nazionale ai prezzi dell’energia, stanziando 200 miliardi di euro dopo aver stoppato per mesi l’iniziativa, promossa soprattutto da Mario Draghi, di imporre un tetto ai prezzi praticati dai paesi produttori di gas;
  • La mossa di Berlino, agevolata dall’allentamento dei vincoli Ue agli aiuti di stato, rischia di favorire la competitività di paesi con maggiore capacità fiscale ma anche di danneggiare il mercato unico e l’unità europea nel conflitto;
  • Draghi è consapevole di ciò ma altre recriminazioni italiane fingono di ignorare la storia dei nostri aiuti di stato, usati per tenere in vita aziende decotte e settori in declino; una tradizione giunta sino ai nostri giorni con l’accanimento verso Alitalia e il vittimismo per aiuti altrui destinati a superare crisi transitorie

Ha suscitato frustrazione e irritazione, in molti governi europei, la decisione della Germania di procedere in autonomia con un tetto nazionale ai prezzi dell’energia, stanziando inizialmente 200 miliardi di euro. Berlino userà il Fondo di stabilizzazione economica, una posta fuori bilancio attivata durante l’emergenza pandemica. L’iniziativa giunge dopo mesi di pressione, soprattutto da parte del governo Draghi, che ha faticosamente portato altri 14 paesi dalla propria parte, per imporre u

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