Sui temi dell’inquinamento, della crisi ecosistemica e del cambiamento climatico è da sottolineare l’impegno sempre più convinto e deciso delle organizzazioni scientifiche del comparto biomedico.

In occasione delle Giornate italiane mediche per l’ambiente (Gima) tenute a fine aprile, su iniziativa dall’Associazione medici per l’ambiente Italia (Isde) e dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (Aie) è stato lanciato un appello per accelerare azioni utili a ridurre l’inquinamento atmosferico e mitigare il cambiamento climatico.

Ad oggi hanno aderito la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), la Federazione delle società medico scientifiche italiane, la Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, e numerose società medico-scientifiche oltre alle due promotrici (Società italiana di malattie infettive, di Medicina generale, di Nefrologia, di Neurologia, di Pneumologia, della Riproduzione Umana, di psico-neuro-endocrino-immunologia).

L’appello chiede alle autorità politiche di ascoltare la voce del mondo medico-scientifico preoccupato dell’acuirsi dei fenomeni di inquinamento e crisi climatica, strettamente legati tra loro e che mostrano effetti ben visibili sulla salute, sia diretti sia indiretti, come la riduzione dell’efficacia delle terapie e il proliferare di condizioni più favorevoli allo sviluppo di malattie.

Le prospettive

La presa di posizione parte dall’assunzione delle evidenze scientifiche maturate fino ad oggi e della consapevolezza che esistono azioni efficaci in grado di ridurre da subito malattie e mortalità legate all’inquinamento e alla crisi climatica, a proposito delle quali sono riconosciuti benefici e co-benefici.  

Per l’Organizzazione mondiale della sanità, l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico rappresentano la minaccia più importante per la salute pubblica e il VI Rapporto dell’Ipcc (pubblicato il 20 marzo 2023) lancia l’ultimo campanello d’allarme per le drammatiche conseguenze a cui l’umanità andrà incontro non invertendo l’andamento crescente della temperatura media globale, con scenari gravi oltre 1,5 gradi (praticamente già raggiunti), gravissimi se si dovessero superare i 2 gradi o devastanti se si continuerà a correre verso i 3,5 gradi a fine secolo.

Una sola salute

Certo a fronte della posizione condivisa dalla quasi totalità della comunità scientifica ci sono anche alcune voci negazioniste fuori dal coro, che d’altra parte esistono su tutto, e che talvolta vengono usate in modo strumentale o esagerato dai media fino ad assumere un ruolo palesemente sproporzionato; così come ci sono posizioni singolari e bizzarre, come quelle di chi definisce l’ambientalismo “noioso”, che magari è indicatore di una condizione fastidiosa causata da insistente disagio sulla tematica che si vorrebbe evitare ma che non è evitabile.

Assumendosi invece la responsabilità deontologica e civile, le società scientifiche firmatarie hanno assunto l’approccio di “una sola salute” o “One health” basato sullo stretto collegamento e l’interdipendenza tra la salute degli esseri umani, degli animali, delle piante e dell’ambiente in generale (compresi gli ecosistemi).

Un modello di integrazione e collaborazione che mette al centro la prevenzione attiva delle cause delle malattie, oltre ed ancor prima delle azioni di resilienza e adattamento.  

Le richieste

L’appello chiede di prendere atto dei principali danni sanitari; di evitare nuove attività inerenti i combustibili fossili; di scartare soluzioni irrealistiche o illusorie; di promulgare una normativa che preveda l’addebito alle compagnie elettriche delle cosiddette “esternalità” (costi legati agli impatti sull’ambiente e sull’uomo, ora totalmente a carico della società civile); di accogliere le proposte europee relative al superamento degli autoveicoli inquinanti; di promuovere la transizione verso le energie rinnovabili e non verso il metano (anch’esso fossile e climalterante); di disincentivare la diffusione massiva del biometano e l’uso di biomasse; di promulgare una normativa che agevoli più speditamente ed efficacemente l’installazione di impianti per le fonti rinnovabili.

Una buona base di impegno comune e un buon punto di partenza per svolgere con responsabilità e consapevolezza le attività di cura e promozione della salute verso i pazienti, che riguardano anche l’ambiente in cui viviamo e in cui vivranno le future generazioni, in sintonia con il codice deontologico dei medici curanti.

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