Care lettrici e cari lettori, quella che si annunciava come una estate con poche notizie, a parte guerra, Covid e inflazione, è diventata all’improvviso un’altra cosa. La crisi del governo Draghi ci ha catapultati in una situazione senza precedenti: la prima campagna elettorale estiva della storia della Repubblica, brevissima, la prima senza talk show a tutte le ore (ripartiranno soltanto a fine agosto), la prima in cui la posta in gioco è così chiara e lineare.

Se vincono le destre, tutto il nostro assetto democratico e istituzionale è a rischio. Non è una fosca previsione, ma una certezza.

A suo tempo Silvio Berlusconi ha deformato al legge per proteggersi dai processi e ha tentato più volte di stravolgere la Costituzione.

La Lega di Matteo Salvini ha ridotto i diritti per i più fragili, a cominciare dai migranti, ha varato misure irresponsabili come tentativi di flat tax e riforme delle pensioni insostenibili, ora ha in programma di spostare competenze e risorse verso le regioni del Nord, la secessione dei ricchi ribattezzata “autonomia differenziata”.

Giorgia Meloni ha affinato una comunicazione efficace che le permette di aggirare le accuse di neofascismo proprio mentre gonfia il consenso di Fratelli d’Italia con i voti di ogni estremismo. Ma al netto delle sue connessioni con la tradizione della destra italiana, Meloni ha altri due problemi: le sue posizioni in tema di valori e diritti riporterebbero l’Italia indietro di decenni, e la sua classe dirigente è inadeguata, coinvolta in troppi scandali per presentarsi come il nuovo che avanza. 

Dall’altra parte c’è uno schieramento frammentato e composito, dal Pd ai Cinque stelle a Italia viva, che sembra considerare più importante tenere a distanza alleati inaffidabili piuttosto che fermare le destre.

Per la democrazia italiana è arrivato un “momento Trump”: la presa del potere da parte di queste destra può far vacillare l’impianto repubblicano, minare in modo irreparabile la tenuta della democrazia italiana.

Il ruolo di Domani

Domani è un giornale, non un partito, ma non è un osservatore neutrale e non rimarrà passivo in un contesto così drammatico.

I nostri giornalisti di inchiesta lavoreranno sulle candidature, faranno emergere scandali rimossi e troppo in fretta dimenticati (la lista di esponenti di Fratelli d’Italia sotto indagine è notevole) e racconteranno come il potere italiano si sta da tempo preparando a convivere con una destra che a parole critica ma nei fatti sostiene.

Tutti i nostri collaboratori vi forniranno analisi autorevoli e indipendenti, a cominciare dai politologi Piero Ignazi, Nadia Urbinati, Salvatore Vassallo e Gianfranco Pasquino, oltre a tanti altri.

Da poco ha iniziato a lavorare con noi Marco Damilano, ex direttore dell’Espresso, che tutti i lunedì pubblica le sue analisi e ritratti per aiutarci a capire protagonisti e retroscena di un momento complicato.

Questa è un’elezione che giocherà su domande semplici – le destre o tutto il resto? – ma sappiamo che se siamo arrivati a questo punto è per un preoccupante vuoto di idee e programmi capaci di affrontare le questioni cruciali dei nostri anni, a cominciare da crescita e disuguaglianze.

Per questo Domani sta lavorando a una iniziativa ambiziosa, una serie di proposte semplici e chiare che permettano di ottenere significativi miglioramenti sui temi per noi cruciali: ambiente, inclusività, uguaglianza di genere, legalità, diritti.

 Queste proposte diventeranno petizioni per raccogliere consenso dal basso. E poi chiederemo ai vari partiti e candidati se le condividono, e vi daremo conto del risultato. 

Abbiamo visto con la triste parabola dei Cinque stelle che la denuncia non basta più: servono proposte e concrete per rompere il circolo vizioso di una politica fatta soltanto di slogan e cinismo. 

Con il nostro data editor Filippo Teoldi stiamo anche lavorando a un progetto che permetterà di tracciare come è cambiato il voto su base locale nelle varie elezioni politiche per misurare al dettaglio cosa succederà in questa e come si spostano le varie parti del paese.

Se la democrazia è partecipazione, informarsi è il primo modo di partecipare in modo attivo e maturo. E in questa campagna elettorale l’informazione passerà soprattutto dai giornali.

Qui a Domani noi cerchiamo di garantirvi una informazione approfondita e soprattutto utile, che in cambio del vostro tempo vi dia qualcosa di importante. E mai come in questo momento idee, inchieste, proposte e analisi sono cruciali: non soltanto per formare la vostra opinione, ma per contribuire a quella del resto della vostra comunità. 

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Stefano Feltri

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