Commenti

Le donne vittime non hanno voce, oggi come nell’Ottocento

Tra le carte dell’archivio di Stato di Roma ci sono gli atti di alcuni processi per stupro. È incredibile come le parole delle donne siano state sempre sepolte dall’indecenza di chi, per secoli, le ha costrette al silenzio. È una storia di porte chiuse, mani che violano il corpo e l’anima. Ed è successo a tutte, almeno una volta nella vita

Mi si fecero addosso come lupi, buttandomi a terra supina, mentre due mi tenevano forte le spalle, e alle braccia, uno di essi mi alzò le vesti e volle per forza avere carnale commercio, e lo stesso fecero poi gli altri tre, uno dopo l’altro». Così racconta Maddalena Corvi, una ragazza romana di 21 anni, vittima di uno stupro di gruppo alla metà dell’Ottocento. I suoi aggressori sono ragazzi giovanissimi come lei, e vengono subito arrestati dai gendarmi pontifici (Roma è ancora la città del papa

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE