- Nella primavera 2022 si terranno le prossime elezioni presidenziali e in vent’anni molte cose sono cambiate. L’impresentabile Jean-Marie Le Pen è stato sostituito dalla figlia Marine, che ha ripulito il partito dalle scorie più visibili di neofascismo.
- Intanto il tema dell’immigrazione è diventato sempre più centrale, e i partiti di centro e di destra sono scivolati verso posizioni più dure, mentre anche una parte della sinistra brontola contro il politicamente corretto e l’Islam.
- La politica francese sembra mostrare plasticamente che la divisione fondamentale non è più tra destra e sinistra ma tra centristi e populisti, centri urbani e zone rurali.
Da vent’anni la politica francese gira attorno a un ricordo traumatico: la scena originaria che sembra ripetersi a ogni tornata elettorale, che determina la geometria degli accordi, influenza il voto degli elettori, determina vincitori e vinti, fino al successo di Emmanuel Macron nel 2017. È a quella scena che bisogna tornare incessantemente per capire dove sta andando la Francia e quali siano le chance del presidente di essere rieletto tra un anno. Lo choc del 2002 Il trauma ha una data e



