Il tormentone di questa torrida estate è “estremismo”. A commento del risultato elettorale spagnolo, gli italici centristi hanno mostrato orrore per gli schieramenti “estremi” usciti dalle urne. Difficile dire che cosa esattamente significhi “estremismo” visto che l’aggettivo viene usato solo per denotare la sinistra, non anche la destra. In generale, estremisti dovrebbero essere coloro che hanno un’ideologia dogmatica che non ammette compromessi, che dividono il mondo in due parti che si autoescludono, che possono quindi giustificare la violenza.

In Italia, Elly Schlein e il Pd vengono fatti rientrare in questa cornice, non invece la destra postfascista che ci governa – a confronto Giorgia Meloni sembra un Giovanni Malagodi al femminile. Il discorso sui diritti viene identificato con l’estremismo, quello sul privilegio censuale viene identificato con il moderatismo. I nostri liberali d’acqua dolce non considerano che quando si parla di diritti si parla di istituzioni di garanzia, di limitazione del potere della maggioranza, di eguale dignità delle persone. Che cosa c’entra tutto questo con l’estremismo? Nulla ovviamente. Il discorso dei diritti recide alla radice l’estremismo, che si regge sulla forza propagandistica degli interessi di parte.

È dunque la destra al governo che rientra nella categoria dell’estremismo: non si presta a mediare sui casi eclatanti di indecenza istituzionale, difendendo ministre e ministri perché sono “i suoi”; divide la nazione e il mondo in due parti che si autoescludono, per cui i “patrioti” sono i reazionari di Vox e i seguaci di Fratelli d’Italia, mentre tutti gli altri sono nemici (che vanno puniti, come gli alluvionati romagnoli, lasciati nel loro fango cementificato); ha un atteggiamento di rivalsa nei confronti della storia repubblicana e decide che «la pacchia è finita» per coloro che hanno scritto la storia della democrazia. Nel Bel Paese questo corredo di estremismo è considerato moderato.

Qui gli estremisti sono coloro che seguono la Costituzione sul salario “dignitoso” e quindi propongono il salario minimo – mentre sono moderati coloro che concedono l’equo compenso per gli avvocati. Qui gli estremisti sono coloro che pensano che bambini e bambine vengano al mondo con diritti eguali – mentre sono moderati coloro che assegnano diritti alle persone in ragione di come sono state messe al mondo. Qui gli estremisti sono coloro che pensano che la Repubblica una e indivisibile sia la norma, per cui nascere o risiedere in una regione invece che un’altra non deve tradursi in condizioni diseguali di opportunità – mentre sono moderati coloro che vogliono una federazione competitiva, dove ciascuna ragione vada per conto proprio – perfino il clima viene regionalizzato da questi italici moderati che pensano di unire la nazione con un presidente plebiscitato. Estremismo di governo.

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